ROCCARAINOLA- Continua la campagna degli ambientalisti per chiarire la situazione ambientale emersa a Roccarainola. Due “anomalie ambientali” certificate dal dossier Miapi (una cava a Castello di Fellino e cava Difesa) sulle quali si chiede chiarezza. L’Isde e il comitato “Respiriamo pulito” scendono in campo rivolgendosi alle autorità con una nota : “Dopo la seconda interrogazione parlamentare del vice-presidente della Camera Di Maio datata 17 maggio che stigmatizza le affermazioni del Ministro Gian Luca Galletti, affermazioni che denunciano, a nostro avviso, gravissime inadempienze, in primis, dello stesso Ministro, né Di Maio né il ministro Galletti avvertono la necessità di chiarire che cosa si intende per ‘anomalia’ e cosa identificano i due codici: 15TFA07001 e 15B2A02022. Ebbene, scrive testualmente il ministro in risposta alla interrogazione 4/15615:<< Per quanto riguarda l’anomalia 15B2A02022 è stato eseguito un sopralluogo in data 30 ottobre 2014 a valle del quale si è deciso di non eseguire il rilievo a causa di un’importante depressione topografica che rendeva pericolosa l’operazione>>. “Sfugge tanto all’interrogante – si legge nella nota – quanto al rispondente, che l’anomalia in questione è stata oggetto di una sentenza irrevocabile dal luglio 2008, la numero 188/08 del Tribunale penale di Nola” (Cava ‘Difesa’ ndr). “Sfugge, ancora, che l’anomalia in questione è stata oggetto della interrogazione a risposta in commissione numero 5/00916 dell’8 agosto 2013, primo firmatario Massimiliano Manfredi”. La relativa risposta del 3 ottobre successivo, a firma del sottosegretario Marco Flavio Cirillo, così concludeva: << … Sarà cura del Ministero dell’ambiente continuare a vigilare sulle attività intraprese o da intraprendere dagli Enti locali nel sito in questione (l’anomalia 15B2A02022, ndr) al fine di addivenire alla bonifica ed al ripristino ambientale del territorio>>. Allo stato il sito non è stato neanche messo sicurezza (per cui continua, almeno da nove anni, ad immettere solventi (cancerogeni) in falda (così in sentenza) che hanno contaminato, verosimilmente, anche le falde profonde. Non si comprende, pertanto, la necessità/utilità/opportunità di un sopralluogo, peraltro, non eseguito “… a causa di un’importante depressione topografica che rendeva pericolosa l’operazione.”. “Nel sito in questione dissequestrato-continua la nota- vi è l’abitazione del proprietario ed il fondo della depressione topografica è sede della strada sterrata che conduce alla suddetta abitazione: dov’è il pericolo?”. “Signori, sul sito in questione esistono circa mille pagine di “accertamenti tecnici” ordinati dalla Procura della Repubblica di Nola (depositati nel 2003) e circa trecento pagine di “analisi e caratterizzazioni del materiale” commissionate dal Commissario Delegato di Governo il Prefetto Catenacci (depositate nel 2006)”. Vi era, pertanto, sufficiente materia per giustificare l’utilizzo dei poteri sostitutivi mai attivati. A chi deve essere addebitato il comportamento omissivo? Tale documentazione, legittimamente detenuta dagli scriventi, è consultabile da chiunque vi abbia interesse. “Quanto all’anomalia 15TFA07001, a distanza di due anni dal sopralluogo, non è dato sapere nulla, ma proprio nulla, sul risultato delle indagini. C’è pericolo? Ci sono omissioni?”. “Per tutto quanto sopra evidenziato – conclude la nota – riteniamo che sia giunto il momento – in ossequio ad imprescindibili doveri istituzionali nonché etici – di fare ciascuno la propria parte finalizzata a chiarire definitivamente “… una vicenda gravissima che incide sulla vita di migliaia di persone, sulla conservazione del paesaggio e sulla biodiversità “.