venerdì, Aprile 19, 2024
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Italia si divide sulla pasta, a Roma ok rigata a Sud liscia

ROMA- La pasta è un piatto simbolo della cucina italiana, ma sotto questo universo costellato da 300 formati – tanti sono quelli prodotti dai pastifici nazionali – l’Italia ancora oggi si divide con Roma a far da spartiacque: sotto la capitale la pastasciutta piace liscia. Al punto che nei pastifici, come ha sottolineato Giuseppe di Martino dell’omonimo pastificio di Gragnano in un incontro Aidepi sull’architettura a design delle semole a grano duro, le linee di produzione si dividono: con “uso Roma” si intende la pasta rigata, rigatone o penna che sia. Stile “Napoli” sono invece le zite e le mafaldine insieme a tutte le variazioni di formati lisci, perchĂ©, ha ribadito di Martino, “da Roma in giĂą la pasta si mangia liscia. Vengono invece indicate “uso Bologna” le farfalle, un formato che riproduce la tradizione emiliana della pasta sfoglia e che richiede, sia in produzione che in cottura, un buon equilibrio tra le ali e il nodo”. Per l’industriale campano, “la pasta è una invenzione urbana, non delle campagne. GiĂ  nel terzo secolo a.C. una produzione essiccata di lagane veniva considerata la derrata ideale per le scorte in caso di assedio. E fu Ovidio a descrivere un piatto di lagane e ceci come cibo dei soldati Romani”. All’estero invece il primo piatto piĂą in voga è lo spaghetto alla bolognese che spesso però, osserva di Martino, “lascia ragĂą e condimento sul fondo, mentre se si facesse formazione gli stranieri farebbero fettuccine alla bolognese e ancor meglio formati concavi. Finendo di chiamarli maccheroni”.(ANSA).

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