TUFINO (Nello Lauro- Il Mattino)- Una vicenda annosa e complicata giunta finalmente al suo epilogo. Al comune di Tufino ieri mattina sono stati accreditati quasi 1,8 milioni di euro per la vicenda dei ristori ambientali. Una battaglia a colpi di carte bollate tra il piccolo ente, la Sapna, l’ex Provincia oggi Città Metropolitana che ha riconosciuto il debito fuori bilancio dopo la sentenza dello scorso 13 ottobre che aveva dato ragione al Comune di Tufino al quale va riconosciuta, come sede di Stir, una quota di ristoro ambientale per compensare il «disagio» che deriva dalla presenza dell’impianto.
Le richieste portate avanti dagli uffici comunali dell’ente del Nolano sono state riconosciute dal giudice: «Siamo riusciti con un lavoro duro, concreto e coordinato tra tutti gli uffici dice il commissario prefettizio Ida Carbone ad ottenere un grande risultato». Ora Tufino può respirare dopo aver rischiato il default lo scorso anno quando l’allora sindaco Franco Esposito scrisse una dura lettera alle istituzioni per lamentare la drammatica situazione che meteva tutti i servizi essenziali a rischio. «Una battaglia che abbiamo seguito sin dal primo momento: è un atto dovuto nei confronti di un piccolo Comune e di un intero territorio che ha sempre dato tanto, anche viste le insufficienze della città di Napoli, sul versante dell’impiantistica per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani dell’area metropolitana», dicono il capogruppo Pd della Città metropolitana, Peppe Jossa, e il deputato e componente della Commissione Ambiente e Lavori Pubblici Pd, Massimiliano Manfredi. «Paradossalmente – continuano Jossa e Manfredi – Tufino è il Comune che ha più dato, con lo Stir, in termini di solidarietà per lo smaltimento dei rifiuti all’intera area metropolitana e che invece, vista la scarsa liquidità dell’ente, ha visto i suoi cittadini pagare una delle tasse più alte sui rifiuti. Con il riconoscimento di questo debito il Comune potrà finalmente investire in servizi e dare anche maggiore stabilità ai suoi dipendenti più volte a rischio nel recepimento delle loro spettanze». Restano ora da recuperare 5 milioni di euro dalla presidenza del consiglio dei ministri per l’emergenza rifiuti del 2002. Per quella vicende l’ente tufinese fece pignorare il conto corrente intestato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri alla Banca d’Italia.