giovedì, Ottobre 10, 2024
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Camorra: ecco chi comanda nel Nolano e nel Baianese

NOLA (Bianca Bianco)- Area nolana senza una camorra leader e Baianese  zona ad alta infiltrazione di criminalità locale. Sono i due aspetti principali emersi dalla relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia sulla trasformazione della camorra nella zona del Nolano e della vicina Bassa Irpinia, Un lavoro di indagine che punta i riflettori sull’evoluzione di camorra, mafia , ndrangheta dandone conto con dossier che tengono aggiornata la scabrosa mappa della criminalità in Italia. Per quanto concerne il Nolano e la Bassa Irpinia, si assiste a due quadri diversi ma comunque speculari visto il costante tentativo della camorra del basso avellinese di mettere una bandierina sull’area di Nola ed hinterland. In realtà, allo stato, la Dia rileva che soprattutto dopo il forte ridimensionamento dei clan più radicati su quel territorio, come i Russo, l’area nolana non è attualmente subordinata ad alcun gruppo predominante. Non mancano i tentativi di colonizzazione mafiosa, soprattutto da parte di vecchi esponenti del clan di Pasquale e Salvatore Russo (ex primule rosse catturate nel 2009 dopo anni di latitanza) e per l’offensiva dei sodalizi del Vallo di Lauro, area limitrofa al Nolano ma in provincia di Avellino, come la famiglia Cava. Quest’ultima in particolare è attiva in alcuni Comuni dell’Agro nolano (Scisciano, Sav Vitaliano, Cicciano, Roccarainola) attraverso il gruppo Sangermano, collegato per legami non solo strategici ma soprattutto familiari (sono nipoti) ai Cava di Quindici. I Cava gestiscono direttamente attraverso luogotenenti gli interessi illeciti invece a Cimitile, Saviano, Carbonara di Nola. Questi restano inoltre il sodalizio più influente e con maggiore spessore criminale in provincia di Avellino insieme ai Graziano, rivali dello stesso territorio e per anni contrapposti in una guerra sanguinosa. Nonostante arresti di esponenti di spicco, i Cava continuano ad esercitare pieno controllo sulle attività criminali ad Avellino e nei comuni limitrofi che costituiscono la seconda frontiera affaristica dopo il Nolano ed il Vesuviano. Una famiglia ancora in grado di influenzare non solo le dinamiche criminose ma anche le azioni della pubblica amministrazione come dimostra l’inchiesta che nel 2016 ha portato all’arresto ex amministratori e funzionari a Pago del Vallo di Lauro per presunti favori al clan egemone della zona. Il Vallo di Lauro e la zona di Baiano vengono definite nel dossier Dia “le aree dove più si avverte la presenza della criminalità organizzata” in Irpinia, insieme a Valle Caudina, Ariano e comprensorio Montorese- Solforano. In particolare nel Baianese è stata l’operazione “Mandamento”, conclusa nel settembre del 2016, a dare prova dell’esistenza di una nuova camorra (autodefinitasi “Nuovo ordine di zona”) in grado di condizionare anche l’operato delle pubbliche amministrazioni locali allo scopo di ottenere, grazie a funzionari comunali compiacenti, appalti pubblici. Il gruppo criminale, sfruttando la crisi operativa degli altri clan locali, si è infiltrato nel settore dell’edilizia operando su due filoni: estorsione e turbativa d’asta sugli appalti. Gli affiliati imponevano agli imprenditori edili l’acquisto di beni e materiali da aziende riconducibili direttamente o indirettamente al clan. Inoltre, con la complicità di funzionari comunali sarebbero riusciti a far aggiudicare appalti pubblici ad imprese di riferimento. In altre occasioni avrebbero imposto ai vincitori della gara di subentrare nell’appalto, come nel caso del sequestro dei tre imprenditori ad Avella, costretti a concedere il sub appalto per la messa in sicurezza di un corso d’acqua nella zona industriale. Un panorama criminale in evoluzione, specchio di una realtà sociale, quella del Nolano e della Bassa Irpinia, che resta ad alto rischio per interessi criminali e, nel caso della BassaIrpinia, connivenze dei colletti bianchi.

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