venerdì, Marzo 29, 2024
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Cicciano, opposizione accusa: al cimitero lavora ditta fallita da 3 anni

CICCIANO – (Nello Lauro- Il Mattino) «La ditta è fallita da tre anni ma incassa comunque i soldi dei ciccianesi». L’atto di accusa arriva dalla minoranza consiliare di Cicciano che chiede la convocazione urgente della conferenza dei capigruppo dedicata a quanto emerso nei giorni scorsi. Una vicenda complessa e paradossale, spiegano i consiglieri Antonio Ardolino, Giovanni Capolongo ed Aniello Capolongo, che ha al centro il servizio di illuminazione votiva del camposanto di Cicciano.

Tutto inizia lo scorso primo luglio quando al Comune arriva la missiva della sezione fallimentare del Tribunale di Torre Annunziata avente ad oggetto il fallimento della L. & C. servizi, ovvero della ditta che dal 2010 si occupa a Cicciano dell’illuminazione votiva. Dagli atti arrivati sulla scrivania della segretaria comunale si scopre, dichiara l’opposizione, che da 3 anni la società è fallita. Ciò nonostante continua ad occuparsi del servizio. Un servizio iniziato nel 2010 con il contratto di «costruzione e di adeguamento funzionale degli impianti di distribuzione energia elettrica per I’illuminazione votiva eterna ed occasionale a servizio delle strutture funerarie esistenti ed in progetto nel cimitero comunale» che include anche la gestione funzionale ed economica delle lampade votive.

Dopo sei anni, il 14 luglio del 2016, nello stesso periodo in cui il Comune avviava il progetto di financing per il cimitero con la Lumir Spa per la completa riqualificazione, la L. & C. ha fatto richiesta di rescissione del contratto «per motivi di salute dei soci». Ma le cose cambiano repentinamente, scrivono i consiglieri. Il project financig per il cimitero naufraga dopo le proteste dei cittadini, preoccupati per l’aumento delle tariffe paventato, e la L.& C. dichiara la volontà di «recedere dalla rescissione del contratto» visto il miglioramento delle condizioni di salute dei soci. A fine novembre quindi la L.&C. è ancora in servizio a Cicciano ma esattamente un anno dopo arriva la comunicazione del tribunale fallimentare. Nella richiesta di convocazione del consiglio comunale Ardolino e Giovanni ed Aniello Capolongo scrivono: «Dalla lettura della documentazione e dalla cronologia degli eventi appare innegabile la conoscenza dei fatti accaduti da parte degli organi tecnici e del sindaco».

Un atto di accusa a cui fanno seguire la richiesta della convocazione della conferenza alla presenza dei tecnici e dei dirigenti competenti. Il Comune, attraverso il sindaco Raffaele Arvonio, ha annunciato di volere rescindere il contratto: «Fa rabbia essere messi a conoscenza di un fallimento del 2013 solo oggi dallo stesso curatore fallimentare – ha dichiarato -. Nei prossimi giorni valuteremo tutte le azioni legali possibili». Ma i consiglieri di opposizione incalzano: «Arvonio era a conoscenza di tutto. La società fallita ha continuato dal gennaio 2014 a gestire il servizio e ad incassare, oltre ad avere in uso locali comunali, senza che nessuno in tre anni verificasse».

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