”Siamo in una fase preliminare, ma tutto fa propendere per la natura dolosa degli incendi”. Lo ha detto il procuratore reggente di Napoli Nunzio Fragliasso. La procura di Napoli ha aperto un fascicolo per l’ipotesi di incendio boschivo (423 bis codice penale) ed è in coordinamento con gli altri due uffici giudiziari – le procure di Torre Annunziata e Nola – nel cui territorio di competenza si estendono gli incendi sul Vesuvio (tra i fronti del fuoco: Ercolano, Torre del Greco-Boscoreale e Terzigno).
Il reato ipotizzato prevede una pena dai quattro ai dieci anni di reclusione. L’ipotesi del dolo appare più che fondata in considerazione di una serie di elementi: le caratteristiche degli inneschi, la contestualità degli incendi, la distanza tra i vari focolai, il fatto che una volta spenti vengano riaccesi di notte negli stessi luoghi. L’inchiesta sarà affidata ai pm della sezione reati ambientali della procura. Allo stato non sono emerse circostanze per ipotizzare una matrice camorristica.
Già da questa sera nell’area del Vesuvio interessata dall’emergenza incendi scatta ”una rimodulazione del piano d’impiego dei militari” orientato ”in funzione preventiva”. Nei prossimi giorni ”verrà ampliata la presenza in loco dei militari nelle situazioni più critiche, nell’ottica della prevenzione”: è quanto emerge dal Comitato per l’ordine e la sicurezza su iniziativa del ministro dell’Ambiente, Galletti, e della Prefettura, in accordo con i ministri dell’Interno e della Difesa. Il Comitato è stato convocato nel pomeriggio in Prefettura a Napoli alla presenza del ministro Gian Luca Galletti e del vice presidente della Giunta Regionale, Fulvio Bonavitacola.
I militari che da questa sera prenderanno parte alla ‘rimodulazione’ sono quelli, si apprende, provenienti dall’operazione ‘Strade sicure’.