AVERSA- Sono raccapriccianti le indiscrezioni trapelate sull’omicidio del giovane Vincenzo Ruggiero, ucciso a seguito di un raptus di gelosia dal 35enne Ciro Guarente, dipendente civile della Marina Militare, fermato sabato dai carabinieri su ordine della Procura di Napoli Nord. Guarente avrebbe agito perché riteneva che il compagno trans Heven Grimaldi avesse iniziato una relazione con Ruggiero. Gli inquirenti non hanno più alcun dubbio neppure sulla dinamica del delitto. L’assassino avrebbe in parte ammesso le proprie responsabilità, ma a inchiodarlo vi sarebbero comunque numerosi elementi di prova raccolti grazie alle immagine riprese dalle telecamere dello studio privato ubicato di fronte all’abitazione di Ruggiero, dove è avvenuto il delitto.
“Non avevo intenzione di uccidere Ruggiero – ha raccontato agli inquirenti -. C’è stata una colluttazione durante la quale Vincenzo ha perso l’equilibrio sbattendo la testa contro un mobile appuntito; è poi morto e a quel punto ho deciso di far sparire i suoi effetti personali e il cadavere”. Ciro, in maniera fredda e determinata, avrebbe fatto a pezzi il cadavere, cospargendolo di acido cloridrico, e avrebbe anche tentato di cementificare i resti in un buco del pavimento del corridoio di un autolavaggio abusivo situato nel garage di una palazzina popolare in via Scarpetta, a un passo da via Argine a Ponticelli.
“Un film horror – commenta Lia Zeta, amica di Vincenzo Ruggiero, sul sito GayNews -, un film horror di cui dobbiamo sapere ancora tutta la verità. Purtroppo la testa e un braccio non sono stati recuperati. Guarente aveva prima sezionato il cadavere e poi lo aveva occultato in una buca presente nel box coprendo tutto con rifiuti e cemento e gettandoci poi dell’acido per coprire il cattivo odore. Una storia orribile di cui siamo tutti spettatori sgomenti”.
Il resti non sono stati ancora identificati, ma potrebbero essere proprio quelli di Vincenzo, scomparso lo scorso 7 luglio. Ad accertare l’identità della vittima sarà nelle prossime ore il medico legale. Il presunto assassino, che risponde di omicidio e occultamento di cadavere, sarà interrogato dal Gip nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. La Procura, diretta da Francesco Greco, ha contestato a Guarente anche l’aggravante della premeditazione, tenendo conto del fatto che il 35enne si è recato a casa di Ruggiero prima dell’arrivo di quest’ultimo.
Fonte: Tiscali.it