NAPOLI – Il gip del Tribunale di Napoli Nord ha disposto l’archiviazione dell’inchiesta per istigazione al suicidio relativa alla morte di Tiziana Cantone, la 31enne di Mugnano di Napoli impiccatasi il 13 settembre del 2016 in seguito alla diffusione sul web di video hot che la ritraevano. Un’inchiesta molto complessa quella portata avanti dalla Procura diretta da Francesco Greco – indagini affidate al sostituto Rossana Esposito – che doveva accertare se qualcuno avesse istigato Tiziana a togliersi la vita; nessuno però è mai stato indagato, nonostante gli inquirenti abbiano sentito più persone, tra cui l’ex fidanzato Sergio Di Palo, indicato dalla madre di Tiziana come il maggior responsabile della tragica fine della figlia, o il consulente informatico Mirko Rivola, incaricato da Tiziana nella causa civile intentata contro i siti che avevano pubblicato i video. La Procura ha effettuato anche numerosi accertamenti tecnici, come lo sblocco dell’iphone della ragazza, realizzato nel febbraio scorso, dopo mesi di lavoro, dai carabinieri della sezione cyber-crime del Comando Provinciale di Napoli. Allora l’indagine sembrava ad una svolta, perché si pensava che nei file audio risalenti alle ore precedenti alla morte di Tiziana si potesse celare la verità sulla morte della 31enne. Ma così non è stato, tanto che la Procura ha chiesto l’archiviazione. La decisione del Tribunale di Napoli Nord si aggiunge a quella analoga presa nell’aprile scorso dal Tribunale di Napoli sull’inchiesta per diffamazione che vedeva indagati cinque ragazzi cui Tiziana aveva inviato i video hot da lei girati. Sulla vicenda di Tiziana resta ora aperta solo una seconda indagine della Procura di Napoli, in cui è indagato per calunnia Sergio Di Palo; gli inquirenti ipotizzano che sia stato lui a convincere la ragazza a querelare i cinque e a indicarli come i responsabili della diffusione on-line dei video incriminati.