giovedì, Aprile 18, 2024
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Farmaci a defunti per truffare sistema sanitario, 5 indagati a Castelvolturno

 

CASERTA- Truffa al servizio sanitario nazionale e commercializzazione internazionale di farmaci illecitamente acquisiti: la procura di Santa Maria Capua Vetere indaga conque persone. Tre si trovano agli arresti domiciliari, due hanno obbligo di dimora in provincia di Caserta. Le indagini avrebbero svelato un sistema truffaldino imperniato sulla strumentalizzazione di una farmacia di Castelvolturno in cui secondo gli inquirenti venivano ideati e compiuti i reati. In particolare, un medico di base scriveva le ricette mediche in cambio di 300 euro al mese ricevuti da gestori o titolari della farmacia, e così prescriveva medicinali a fantomatici pazienti deceduti o inesistenti o ignari che venivano loto intestate delle prescrizioni sanitarie. Le false ricette venivano presentate al servizio sanitario nazionale per il pagamento a titolo di rimborso della farmacia. Infine lo stesso gruppo disponeva di consistenti quantitativi di medicinali privi di fustelle vendute all’estero grazie alla complicità di un sodalizio che si trovava all’estero. Asegnalare la truffa, il direttore generale dell’asl di Caserta. Le indagini sono iniziate nel 2013. In quell’anno un medico di base di Castelvolturno, scrivono gli inquirenti, “aveva generato una spesa farmaceutica per ogni paziente pari a 808,33 euro rispetto alla media aziendale di 167 euro”. I successivi approfondimenti investigativi permettevano di dimostrare che il medico di base, dal 2013 al 2016, “in cambio di indebite somme di danaro, aveva emesso e fornito alla farmacia ricette mediche, per un valore superiore ad 800mila euro, intestate a pazienti deceduti, inesistenti o, comunque ignari”.

Le attività investigative hanno anche  consentito di accertare che “molte delle ricette venivano emesse direttamente dalla titolare della farmacia o dai suoi collaboratori, grazie all’utilizzazione dei ricettari, dei timbri, messi a disposizione dal medico unitamente alle proprie credenziali di accesso al sistema nazionale, che permette l’emissione delle ricette dematerializzate”. Ottenute le ricette, la farmacista ed i suoi collaboratori, alcuni dei quali destinatari del provvedimento, asportavano i bollini segnaprezzo dalle confezioni di farmaci, che apponevano sulle false ricette; mentre le confezioni di farmaci defustellate venivano destinate ad un mercato clandestino, europeo (Ucraina).

Nel corso delle indagini sono state acquisite ed esaminate ca. 200.000 ricette e sequestrate oltre 3.000 confezioni di farmaci prive delle fustelle, circa 1.200 ricette in bianco, più di 500 fustelle segnaprezzo, timbri, materiale informatico. Il danno all’Erario è stato stimato pari a circa 300mila euro; ed è per questi motivi che stato emesso anche un decreto di sequestro di pari importo a carico degli indagati, per valori equivalenti.

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