venerdì, Aprile 19, 2024
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Baianese, accusa di medici ed ambientalisti: amianto nelle cave di Sperone

SPERONE (Bianca Bianco- Il Mattino) -“Amianto dell’ex Isochimica nella cava di Sperone”. Nelle pieghe del processo all’ex impianto di Borgo Ferrovia ad Avellino è emerso anche un ulteriore sconcertante aspetto di questa vicenda che ha sconvolto l’Irpinia. Dove finiva l’amianto grattato via dalle carrozze dei treni dai lavoratori Isochimica? Secondo alcune testimonianze fornite nel corso del procedimento penale in corso, parte dei veleni sarebbero stati portati in una “cava di Sperone”, oltre che nel fiume Fenestrelle di Avellino ed a Fisciano, in provincia di Salerno. Un aspetto non secondario e che inquieta i cittadini del Baianese. Secondo quanto emerso nel corso del processo i rifiuti venivano portati nei tre siti ed in un caso i testi avrebbero assistito allo sversamento senza riuscire però a documentarlo. Un retroscena scioccante che si conosce da almeno cinque anni anche nel Baianese, ma sul quale non si è mai fatta chiarezza. La chiedono ora medici ed ambientalisti della zona. Su queste testimonianze si basa infatti l’esposto che l’Isde Medici per l’ambiente e le associazioni Ultimi per la legalità e Lotta per la vita hanno presentato alla Procura di Avellino, al ministro per l’ambiente Sergio Costa, ai sindaci dei sei Comuni del Baianese, al prefetto di Avellino, all’Arpac. Ieri pomeriggio il documento e le relative richieste sono stati illustrati da Filomeno Caruso, rappresentante dell’Isde, dal dottor Antonio Marfella, oncologo dell’Istituto Pascale di Napoli, da don Aniello Manganiello, sacerdote che da anni è impegnato sul fronte della legalità, dalla combattiva Anna Candelmo di Lotta per la vita, dal medico Luigi Montano, androurologo dell’Asl di Salerno. L’esposto si fonda in particolare sulle due testimonianze ma allarga la propria prospettiva anche alla presenza di eternit non denunciato dai privati. Don Aniello Manganiello chiede più partecipazione dei cittadini: “Non devono dormire, devono vigilare e chiedere chiarezza allo Stato oltre che la bonifica dei veleni di ogni genere”. Chiarezza che chiede a più riprese anche il medico Filomeno Caruso: “Serve un monitoraggio dei territorio con l’indicazione della presenza di cave o discariche di amianto e serve sensibilizzare sia le istituzioni che i privati affinche denuncino anche l’esistenza di tettoie, canne fumarie e altro in amianto”. Sugli effetti medici della presenza di amianto sul territorio si sono soffermati i medici Marfella e Montano. Quest’ultimo ha annunciato l’avvio del progetto “Ecofood feryility”, indagine sullo stato di salute del territorio attraverso prelievi di sperma su un campione di residenti.

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