martedì, Marzo 19, 2024
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“Zitto, negro”, arbitro insulta portiere: Il Serino ritira la squadra

Il portiere senegalese del Serino Gueye Ass Dia

“I miei ragazzi vanno rispettati, basta con questo sistema malato del calcio”. A parlare all’Adnkronos è il presidente della società del Serino calcio 1928, Donato Trotta, che ha ritirato la squadra da un incontro di promozione, dopo che l’arbitro ha rivolto insulti razzisti a un giocatore di colore durante la partita con il Real Sarno. In particolare, a quanto racconta il presidente della società, l’arbitro avrebbe detto a Gueye Ass Dia, portiere senegalese del Serino, la squadra di casa, ‘stai zitto, negro’. Da sempre accanto agli immigrati, Trotta, che è anche direttore della cooperativa ‘La Fenice’, una onlus che si occupa di servizi per richiedenti asilo, non ci sta a subire queste “angherie” e chiede alla magistratura che vengano presi provvedimenti. “Lo scorso anno dagli spalti sono arrivati insulti sempre a sfondo razziale nei confronti dei ragazzi in campo – ha detto il presidente – ma oggi sentire che gli stessi insulti arrivano da un giudice sportivo è davvero intollerabile. Ed è per questo che chiedo l’intervento delle Autorità preposte per prendere provvedimenti. Domani prenderemo dei provvedimenti seri. Il primo è quello di fare una denuncia formale alla Procura federale campana e poi decideremo se ritirare la squadra dal campionato. Ci sembra l’unica strada da percorrere. Anche perché il giovane portiere non vuole più giocare a calcio. Dopo i tantissimi insulti ricevuti ha deciso di non scendere più in campo. Inoltre, l’arbitro sabato scorso ha squalificato altri 5 giocatori, dunque io non ho più una squadra”. Intanto sull’episodio indagano i carabinieri della compagnia di Avellino, che hanno sentito già diverse persone. Mercoledì è atteso il referto del giudice sportivo. Il presidente attende già i punti di penalizzazione ma nonostante ciò ha detto di voler continuare per la strada della giustizia. “Questa volta non l’avranno vinta – ha continuato – la mia dignità e quella della squadra non deve essere calpestata”.

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