venerdì, Marzo 29, 2024
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Cave, scempio a Roccarainola e San Felice: interrogazione di 4 senatori

Urge da parte del ministero della Cultura, “un provvedimento di tutela per le montagne Cancello, Polvica, Sant’Angelo a Palomba, Fellino e Maio per evitare la completa distruzione e la perdita definitiva dei caratteri di bellezza naturale, singolarità geologica, memoria storica ma anche delle qualità panoramiche di quelle alture”.

Lo sottolinea la senatrice Margherita Corrado, esponente della commissione cultura di Palazzo Madama, in una interrogazione al ministro Franceschini sottoscritta dai senatori Angrisani, Granato, Lannutti e Morra sollecitata dal gruppo politico “Cal Costituzione, Ambiente e Lavoro”

Oggetto della richiesta, spiega la Senatrice del gruppo misto, “la devastazione ambientale, paesaggistica, archeologica e storica in atto da decenni nel Parco regionale del Partenio  a causa delle cave nel territorio di San Felice a Cancello nella frazione Polvica e di Roccarainola nella frazione Fellino.

Dopo la distruzione “di almeno tre insediamenti del Paleolitico superiore, noti come Riparo del Fellino (o “Grotta della Pietra dell’acqua”), Grotta di S. Stefano e Grotticella del Vallone Futo”, scrivono i senatori, “siamo preoccupati per la conservazione della villa rustica in località Montano Ferrara (IV secolo a.C.), a Polvica, e per l’eccezionale cittadella religiosa osco-sannitica sulla cresta del monte Sant’Angelo, a Palomba, entrambe in comune di San Felice a Cancello, come pure per l’incolumità della torre medievale del Fellino e della settecentesca Casina di caccia dei duchi Mastrilli, ricadenti in territorio di Roccarainola”.

Da qui la richiesta di un intervento di tutela da parte del ministero della cultura, mentre al ministro della Transizione Ecologica Cingolani si chiede di intervenire sulle cave, inserite in un’area protetta, per accertare i danni ambientali e avviare “i necessari programmi di ricomposizione ambientale”

ECCO IL TESTO DELL’INTERROGAZIONE

Atto n. 3-03307, Pubblicato nella seduta n. 429:

CORRADO , ANGRISANI , GRANATO , LANNUTTI – Ai Ministri della cultura e della transizione ecologica. –Premesso che risulta agli interroganti che, sul versante sud dei Monti Sant’Angelo Palomba e Fellino, lungo la dorsale dei monti del Partenio, presso le località Polvica nel Comune di San Felice a Cancello e Fellino nel Comune di Roccarainola (Napoli), comprese entrambe nel “Parco regionale del Partenio”, sono localizzate numerose cave per l’estrazione di calcare, attive dagli anni Settanta del Novecento; considerato che: da quasi mezzo secolo, le suddette cave, non solo stanno creando danni incalcolabili al paesaggio, al sistema idrogeologico del territorio, all’ecosistema del Parco, alla salute di oltre 400mila persone che abitano nella piana di Nola-Marigliano-Acerra, ma stanno producendo devastazioni incommensurabili anche al patrimonio storico e archeologico dell’intera nazione;a partire dal 1975, e nonostante gli appelli di “Italia Nostra”, del mondo accademico, della comunità scientifica italiana e internazionale, le cave di San Felice a Cancello e Roccarainola hanno distrutto, nell’indifferenza delle istituzioni, almeno tre insediamenti del Paleolitico superiore, noti come “Riparo del Fellino” (o “Grotta della Pietra dell’acqua”), “Grotta di S. Stefano” e “Grotticella del Vallone Futo”, che avevano restituito abbondante materiale della facies gravettiana, databile tra i 25.000 e i 20.000 anni fa;negli ultimi tempi lo sfruttamento estrattivo, sempre più irrazionale e indiscriminato, sta arrecando grave pregiudizio anche alla conservazione di prestigiosi siti architettonici e archeologici, tra cui una grande villa rustica del IV secolo a.C. in località Montano Ferrara a Polvica di San Felice a Cancello e l’eccezionale cittadella religiosa osco-sannitica posta sulla cresta del monte Sant’Angelo, a Palomba, sempre nel comune di San Felice a Cancello;nel Comune di Roccarainola, invece, a causa delle forti esplosioni usate nella coltivazione delle adiacenti cave, è collassata la parte sommitale della torre longobarda del Fellino, così come la cinta muraria, le torrette di avvistamento, gli ambienti relativi al corpo di guardia; si sta inoltre devastando l’integrità del fondale della settecentesca Casina di caccia dei duchi Mastrilli, vincolata già ai sensi della legge n. 1089 del 1939,si chiede di sapere:se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza della distruzione paesaggistica, ambientale, archeologica e storica in atto nei comuni di San Felice a Cancello e Roccarainola a causa delle cave di Polvica-Fellino;se il Ministro della cultura possa riferire se la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Area Metropolitana di Napoli abbia condotto le procedure di verifica ed emesso le dichiarazioni di interesse culturale particolare per la conservazione della “Torre di Fellino”, nel comune di Roccarainola, annunciate fin dal 2007, e se abbia preso parte alle numerose Conferenze di servizi indette presso la sede della UOD 501792 della Regione Campania o concesso autorizzazioni paesaggistiche ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004;se la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Caserta e Benevento abbia assunto provvedimenti per la conservazione della Casina Cuoppola e dell’attigua villa romana nella frazione Polvica del comune di San Felice a Cancello, annunciati nel 2018;se il Ministro della cultura abbia intenzione di proporre un provvedimento di tutela per le montagne Cancello, Polvica, Sant’Angelo a Palomba, Fellino e Maio nei comuni di San Felice a Cancello e Roccarainola per evitare la completa distruzione e la perdita definitiva dei caratteri di bellezza naturale, singolarità geologica, memoria storica ma anche delle qualità panoramiche di quelle alture, ai sensi dell’art. 136 del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio;se il Ministro della transizione ecologica intenda assumere iniziative a riguardo delle cave estrattive site nei menzionati Comuni, inserite in un’area protetta, la dorsale dei Monti del Partenio, sottoposta a vincolo paesaggistico e idrogeologico (Rete Natura 2000, IT8040006), con particolare riferimento all’accertamento dei danni ambientali (ex art. 306, del decreto legislativo n. 152 del 2006) e ai necessari programmi di ricomposizione ambientale.

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