mercoledì, Dicembre 4, 2024
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Malocchio, cornetti e munacielli: la Campania terra di Leggende e superstizioni

Oltre che per le sue bellezze storiche e naturalistiche, la Campania è conosciuta in tutto il mondo anche per la presenza di numerose leggende e superstizioni divenute un vero e proprio simbolo della regione. Qui, a Napoli in particolare ma anche nelle altre province, storie tramandate nel corso dei secoli e usanze molto particolari sono infatti ancora oggi considerate un patrimonio culturale da preservare: ecco quelle più famose.

La superstizione nella cultura popolare

Se è vero che la Campania è uno dei territori in cui le superstizioni sono più radicate, in realtà credenze di varia natura possono essere rintracciate indistintamente nella cultura popolare di ogni Paese, a simboleggiare l’importanza delle stesse per le persone di ogni provenienza ed etnia. Superstizioni e riti scaramantici risalgono infatti all’antichità e rappresentano in molti casi l’unico strumento per spiegare in qualche modo eventi indecifrabili e cercare di proteggersi dalla mala sorte attraverso particolari rituali.

Molto diffusa, per esempio, è la credenza riguardo alla negatività di alcuni giorni particolari, come il martedì e il venerdì, assolutamente da evitare nell’organizzazione di cerimonie ed eventi importanti, il primo per il suo legame con il dio romano della guerra Marte (corrispettivo del greco Ares) e il secondo perché collegato al giorno della crocifissione di Cristo.

Anche nel mondo dello sport e dei giochi di carte come il poker ancora oggi troviamo superstizioni molto comuni a cui gli appassionati non intendono assolutamente rinunciare, alcune legate a credenze diffuse a livello generale e altre invece di stampo più personale, come quelle legate a talismani e capi d’abbigliamento specifici da indossare al tavolo oppure in campo.

Ma quali sono le leggende e le superstizioni più radicate nella nostra regione?

La storia del munaciello

A Napoli e nelle altre città campane è difficile non trovare qualcuno, soprattutto tra le vecchie generazioni, che non conosce la leggenda del munaciello, uno strano personaggio vestito da monaco che si aggirerebbe di notte all’interno delle case. Secondo alcuni figlio di una nobildonna e di un garzone, secondo altri gestore di pozzi d’acqua, il munaciello avrebbe dei poteri magici e ingraziarselo lasciandogli qualcosa di gustoso da mangiare durante il passaggio può aiutare la famiglia ad avere buona sorte e a trovare qualche moneta in giro per casa.

Il malocchio e i riti per proteggersi

Con il termine malocchio ci si riferisce alla capacità di alcune persone di procurare danno ad altri attraverso lo sguardo o, in alcuni casi, la parola. La persona colpita da malocchio può subire eventi negativi e addirittura accusare sintomi fisici, come mal di testa e nausea, ai quali tuttavia è possibile rispondere con appositi riti di cui donne per lo più anziane sono depositarie. Queste signore sono in grado di capire se la persona è stata colpita da un malocchio e di eliminarlo con il rito dell’olio oppure recitando a bassa voce delle misteriose formule “magiche”. Entrambi i rituali possono essere tramandati ad altri ma, con alcune differenze tra aree geografiche, solo in alcune condizioni specifiche: secondo alcuni, infatti, il passaggio può avvenire soltanto nella notte di Natale, mentre secondo altri una volta insegnato il rito chi lo tramanda perde i suoi poteri ed è dunque preferibile farlo il più tardi possibile.

Il corniciello portafortuna

Sebbene sia un simbolo di buona fortuna per molte popolazioni sin dall’età neolitica, oggi il “corniciello” è associato da tutti alla città di Napoli, che ne ha fatto uno dei suoi elementi identificativi nel mondo. Basta fare un giro in città per scoprire che lo si può trovare praticamente ovunque, utilizzato come strumento per proteggere persone e luoghi dalla sfortuna, per una superstizione legata molto probabilmente alle influenze greche sulla città e all’antica devozione per il dio della prosperità Priapo, simboleggiata anche all’interno degli scavi di Pompei ed Ercolano.

Chi vive a Napoli, ma anche chi ci transita per periodi più o meno lunghi, non può non affidarsi a un cornetto portafortuna, ma attenzione: affinché questo funzioni davvero deve essere realizzato a mano, di colore rosso e regalato, poiché se acquistato per sé perde i suoi poteri.

Le altre piccole e grandi superstizioni partenopee

Per raccontare tutte le superstizioni napoletane e campane non basterebbe un libro: sono tantissime infatti le credenze che nel capoluogo, così come in provincia e nelle altre zone della regione, mantengono inalterata la loro forza. Guai, per esempio, a far cadere l’olio o il sale a terra, vero e proprio presagio di sfortuna ricollegabile al valore economico che, soprattutto nell’antichità, questi beni avevano per i più poveri, ma attenzione anche agli specchi, che in caso di rottura porteranno al malcapitato 7 anni di disgrazia.

Aprire l’ombrello in casa è un’altra azione potenzialmente nefasta, così come passare la scopa sui piedi di una giovane donna, che potrebbe non trovare mai più marito a seguito di questa “disattenzione”. Se, infine, si riceve una spilla in dono, è necessario pungere il dito di chi l’ha regalata così da attrarre la buona sorte.

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