sabato, Dicembre 14, 2024
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Giuseppe morto sul lavoro: rabbia, commozione e sciopero

Giuseppe Borrelli, 26 anni, la vittima

Rabbia e commozione fuori dai cancelli dell’azienda Laminazione Sottile di San Marco Evangelista (Caserta), dove è in corso il presidio e lo sciopero dei dipendenti dopo la morte del loro collega 26enne Giuseppe Borrelli, deceduto nella serata di martedì scorso, 12 marzo, perché rimasto incastrato in un macchinario. Sull’incidente la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha aperto un fascicolo di reato per omicidio colposo, con al momento due persone indagate. La protesta dei colleghi di Borrelli era iniziata subito dopo l’infortunio mortale, quando i lavoratori dell’azienda che produce laminati in alluminio si erano fermati per dar luogo ad un presidio tuttora in corso; ieri, poi, i sindacati hanno proclamato per oggi quattro ore di sciopero per tutte le aziende casertane del comparto metalmeccanico. E a detta dei sindacati l’adesione alla giornata di astensione dal lavoro è stata buona.

Francesco Percuoco, segretario della Fiom-Cgil di Caserta, sottolinea che “il successo dello sciopero proclamato per oggi lo si può notare fuori dallo stabilimento di Laminazione Sottile, dove sono arrivati lavoratori di altre realtà produttive del Casertano. Questa alta partecipazione dimostra che il tema della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro accomuna tutte le aziende del territorio. Quindi è necessario intervenire per creare una cultura della sicurezza e va cambiato il sistema, perché non è accettabile che il profitto vale più della vita delle persone”. Per il coordinatore provinciale Uil Caserta, Pietro Pettrone, “questa strage va fermata, e per farlo è necessario considerare come omicidi le morti sul lavoro e istituire una procura speciale per il tema della sicurezza. Servono ispettori e serve vietare appalti e subappalti che annullano la responsabilità. Altro aspetto fondamentale per tutelare le lavoratrici e i lavoratori è quello della formazione”. Ma la protesta riguarda anche la precarietà lavorativa. “Va contrastata la precarietà – aggiunge Percuoco – che non fa bene né alla qualità del lavoro né alla dignità del lavoratore”.  (fonte Ansa)

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