Venerdì Santo. Una data già carica di significati spirituali si trasforma in una pagina nera per Castellammare di Stabia. All’alba, la città si risveglia sotto un cielo cupo, pesante come il silenzio che avvolge piazza Unità d’Italia. Di fronte alla stazione della Circumvesuviana e della funivia per il Monte Faito, il via vai dei mezzi dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine è continuo. Un elicottero sorvola l’area alle pendici del monte, segnando dall’alto i contorni di una tragedia che ancora fatica a prendere forma nella mente dei cittadini.
L’INCIDENTE – Nel pomeriggio di ieri, una delle due cabine della funivia è precipitata lungo il pendio che collega la stazione di Castellammare alla cima del Monte Faito. A bordo, cinque persone: tre turisti stranieri e Carmine Parlato, 59 anni, macchinista EAV, hanno perso la vita. Il quinto passeggero, un turista israeliano di 30 anni, è sopravvissuto ma si trova in condizioni critiche all’Ospedale del Mare. L’incidente è avvenuto in pochi istanti, dopo la rottura del cavo di trazione. Il sistema frenante della cabina a monte, secondo le prime ricostruzioni, non ha funzionato. “La cabina ha superato il pilone e si è schiantata a tutta velocità”, ha spiegato il presidente dell’Eav Umberto De Gregorio.
LE OPERAZIONI DI SOCCORSO – I corpi delle vittime e il superstite sono stati recuperati in serata dagli uomini del Soccorso Alpino Speleologico (CNSAS) e dal Soccorso Alpino della Guardia di Finanza. La cabina è stata ritrovata tra il secondo e il terzo pilone, in una zona impervia e difficile da raggiungere. Durante la notte, i vigili del fuoco hanno anche rimosso il cavo spezzato finito sulla linea elettrica della Circumvesuviana, il cui servizio era stato interrotto. Al momento, venti vigili del fuoco sono impegnati nella messa in sicurezza dell’impianto per evitare ulteriori smottamenti o cedimenti.
UN DESTINO DIVERSO – Quella che sembra una scena da film si è consumata poco prima: una seconda cabina, con a bordo nove persone – tra cui otto turisti – si è fermata bruscamente grazie al freno di emergenza. Erano scesi con l’ausilio di un verricello. Ignari, in quel momento, della tragedia appena avvenuta. La sorte li ha fatti salire sulla cabina giusta, salvandoli da un destino diverso.
LE INDAGINI – La Procura di Torre Annunziata ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo e disastro colposo. Coordinati dal procuratore Nunzio Fragliasso e dal PM Giuliano Schioppi, gli inquirenti hanno disposto il sequestro dell’intero impianto: stazioni a monte e a valle, piloni, funi, cabine e documentazione tecnica. Sotto esame anche le condizioni meteorologiche: nei giorni scorsi la funivia era rimasta chiusa per maltempo, e ieri soffiava un forte vento. Tuttavia, secondo De Gregorio, “non c’è correlazione tra le raffiche e l’incidente. I sistemi di sicurezza automatici avrebbero dovuto bloccare tutto in caso di pericolo”.
CARMINE, L’UOMO DELLA FUNIVIA – Tra le vittime, colpisce la storia di Carmine Parlato, macchinista appassionato, descritto da colleghi e vertici aziendali come “una persona straordinaria”. Fratello dell’autista personale del presidente EAV, Carmine lavorava sulla funivia da otto anni. “Amava quel posto. Faceva il cicerone ai turisti. Era più a casa lì che nella sua vera casa”, ha raccontato con commozione De Gregorio. Lascia una moglie e un figlio di 20 anni, studente a Milano.
IL CORDOGLIO DI CASTELLAMMARE – Questa mattina, nel piazzale antistante la stazione, i cittadini hanno portato fiori e lumini. Qualcuno ha recitato preghiere, altri hanno promesso iniziative pubbliche per ricordare le vittime. La Via Crucis diocesana, che si snoderà nel centro storico, potrebbe essere dedicata anche a loro. Il sindaco Luigi Vicinanza ha proclamato il lutto cittadino e ha sospeso tutte le celebrazioni pasquali previste.
IL MESSAGGIO DEI PENDOLARI VESUVIANI – I comitati dei pendolari vesuviani, in una nota firmata daI portavoce Enzo Ciniglio e Salvatore Ferraro, hanno espresso “profondo cordoglio per le vittime” e hanno chiesto che si faccia luce senza retorica. “Basta distinguo e dichiarazioni inutili – si legge –. La sicurezza deve essere la priorità assoluta”. I pendolari chiedono “verifiche serie e trasparenti su tutti i mezzi e le linee Eav”, per restituire fiducia a chi, ogni giorno, si affida a quei trasporti per vivere, lavorare, studiare.