giovedì, Maggio 15, 2025
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Il tempo sospeso tra due Papi: storia, riti e segreti del Conclave

ROMA (nl) – È calato il silenzio sul Cupolone di San Pietro. Papa Francesco, il pontefice della misericordia e della sobrietà, si è spento a 88 anni, lasciando un vuoto non solo tra i fedeli, ma nel cuore stesso della Chiesa cattolica. Ora, il mondo guarda al Vaticano, dove è iniziato quel tempo sospeso che conduce verso il prossimo Conclave.

LA MORTE DEL PAPA: IL RITUALE – Quando muore un Papa, la Chiesa entra in uno stato particolare: la Sede Apostolica è vacante. Il primo ad agire è il Camerlengo, oggi il cardinale Kevin Farrell, che accerta il decesso con un gesto carico di simbolismo: batte per tre volte con un martelletto d’argento sulla fronte del pontefice, chiamandolo per nome. Quindi appone i sigilli alle sue stanze, rimuove e distrugge l’Anello del Pescatore e il sigillo ufficiale del pontificato. Nel frattempo, una delle porte della Basilica di San Pietro viene chiusa, e le campane a martello annunciano la morte del Pontefice. Il corpo, vestito con i paramenti liturgici, viene esposto per tre giorni alla venerazione dei fedeli. Questi riti funebri, detti Novendiali, culmineranno nel funerale, presieduto dal decano del Collegio cardinalizio, alla presenza di delegazioni di tutto il mondo. Papa Francesco, nel suo testamento spirituale, ha chiesto di essere sepolto in Santa Maria Maggiore, presso l’icona della Madonna Salus Populi Romani. La sua bara, come da nuove disposizioni da lui stesso introdotte, sarà unica e in semplice legno, senza i tre tradizionali sarcofagi sovrapposti.

IL CONCLAVE – Con la conclusione dei funerali, inizierà ufficialmente il Conclave – termine che deriva dal latino cum clave, ovvero “chiuso con la chiave” – durante il quale i cardinali elettori si riuniranno per eleggere il nuovo Papa. Si tratta di una tradizione che affonda le radici nella storia della Chiesa: il primo vero conclave “forzato” avvenne nel 1270 a Viterbo, quando i cittadini stanchi dell’attesa decisero di chiudere fisicamente i cardinali nella sala per spingerli a una scelta. Da allora, pur con modifiche nel tempo, le regole fondamentali sono rimaste.

I GIORNI PRIMA DEL VOTO – Prima dell’inizio del Conclave, i cardinali si riuniscono in congregazioni generali per discutere lo stato della Chiesa e preparare i dettagli organizzativi. Solo i cardinali con meno di 80 anni hanno diritto di voto: oggi sono 138, provenienti da tutto il mondo. Dal 2005, i cardinali elettori risiedono nella Domus Sanctae Marthae, mentre le votazioni si tengono nella Cappella Sistina, sigillata e isolata da ogni contatto esterno. La cerimonia d’apertura è la Messa pro eligendo Romano Pontifice, nella basilica di San Pietro. Nel pomeriggio dello stesso giorno, i porporati si recano in processione nella Cappella Sistina, cantando il Veni Creator Spiritus.

IL VOTO E LA FUMATA – Ogni votazione si svolge in tre fasi: preparazione, scrutinio e pubblicazione. Ogni cardinale scrive su un foglio il nome del prescelto, lo piega, lo pone su un piatto d’argento e lo fa scivolare nell’urna. Per eleggere un Papa serve una maggioranza dei due terzi. I voti e ogni appunto vengono bruciati nella famosa stufa della Sistina: dalla canna fumaria esce la fumata che informa il mondo. Due fumate al giorno, una verso le 12 e una intorno alle 19. Fumata nera: nessun accordo. Fumata bianca: Habemus Papam. La fumata bianca è frutto di una miscela chimica che include clorato di potassio, lattosio e colofonia, per assicurare il colore chiaro del fumo. La nera, invece, è prodotta da sostanze come antracene, perclorato di potassio e zolfo. Nessun dettaglio è lasciato al caso.

IL NUOVO PONTEFICE – Quando un nome raggiunge il quorum, viene chiesto al cardinale: “Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?”. Se accetta, rivela il nome con cui intende essere chiamato. Il Conclave si chiude con la preghiera del Te Deum e la vestizione del nuovo Papa. È il cardinale protodiacono ad affacciarsi dalla Loggia della Basilica e pronunciare la storica formula: “Nuntio vobis gaudium magnum: Habemus Papam”.

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