giovedì, Maggio 15, 2025
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“Parcheggiatori spa” tra racket, “fiducia” e tariffe fisse, 226 denunce in tre mesi

Un’industria parallela, inarrestabile, radicata nei punti nevralgici della città: quella dei parcheggiatori abusivi. Un fenomeno che non rallenta la sua corsa e che i carabinieri del comando provinciale di Napoli continuano a fronteggiare giorno dopo giorno. Da inizio anno ad oggi, siamo ad aprile, sono già 226 le persone denunciate, con una media di due al giorno. Una crescita vertiginosa rispetto allo scorso anno, quando ad agosto le denunce totali ammontavano a 323.

Il bilancio parziale conferma quanto questo fenomeno rappresenti una piaga urbana, ancora oggi profondamente radicata nei quartieri partenopei: dal Centro al Vomero, da Posillipo a Fuorigrotta, passando per Castellammare e Pozzuoli. I parcheggiatori abusivi si adattano al contesto, agli eventi, ai flussi turistici. Non è un caso che i controlli siano stati intensificati proprio in queste settimane, in vista delle festività pasquali e dei ponti del 25 aprile e del 1° maggio.

Molti di loro occupano stabilmente le stesse aree da anni, tanto da essere ormai ben noti alle forze dell’ordine. Si contano decine di denunce a carico delle stesse persone, uomini e donne che gestiscono i parcheggi davanti a stadi, locali notturni, ospedali, università e uffici pubblici. Emblematico il caso di una donna operante nella zona ospedaliera del Vomero: denunciata 41 volte in un solo anno, continuava imperterrita nella sua attività abusiva. Non si tratta più solo di una figura di disturbo urbano. I parcheggiatori abusivi sono sempre più spesso legati a circuiti di microcriminalità e, in numerosi casi, a dinamiche camorristiche, come emerso dalle recenti inchieste condotte dal Nucleo Investigativo dell’Arma sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.

Dietro l’apparente improvvisazione, si cela un sistema ben organizzato che segue la città e la sua quotidianità: la movida, le partite allo stadio Maradona, i concerti, gli eventi di richiamo. Cambiano le tariffe in base all’importanza dell’occasione. Fissi i prezzi minimi: 5 euro per uno scooter, 10 per un’auto, con extra per “servizi” come la custodia delle chiavi o la foto sulla terrazza panoramica. “Non parliamo più del poveraccio che cerca di tirare avanti – spiegano fonti investigative – ma di una vera e propria economia parallela, con regole, gerarchie e logiche criminali”. L’impegno dell’Arma resta costante, tra attività di prevenzione e repressione, ma la percezione del fenomeno da parte della cittadinanza resta controversa. In alcune zone, infatti, si è instaurato un rapporto di abitudine tra clienti e abusivi, creando un clima in cui la legalità fatica a farsi largo. La sfida è ancora lunga

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