giovedì, Maggio 15, 2025
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Tragedia del Faito, si indaga sulla fune e sui freni: in arrivo i primi indagati

Funivia del Faito, partono i primi sopralluoghi tecnici sul luogo della tragedia che ha sconvolto Castellammare di Stabia e non solo. I consulenti nominati dalla Procura di Torre Annunziata saranno nei prossimi giorni sul tracciato della funivia per effettuare le prime verifiche tecniche in loco. Li accompagneranno magistrati, Vigili del Fuoco, Polizia di Stato e uomini del Soccorso Alpino, per ricostruire la dinamica del disastro avvenuto giovedì 17 aprile, quando una cabina in discesa ha ceduto improvvisamente, causando quattro morti e un ferito grave.

Secondo quanto trapela dalle indagini, la cabina era ancora agganciata alla fune d’acciaio al momento del crollo. Un dettaglio chiave che ha spinto gli inquirenti a concentrarsi su due elementi critici: la fune portante e l’inefficacia del sistema frenante, che non avrebbe impedito la corsa a ritroso della cabina, a differenza di quella a valle, che si è arrestata.

Il pool coordinato dal procuratore Nunzio Fragliasso, con i pm Giuliano Schioppi e Alessandra Riccio e l’aggiunto Giovanni Cilenti, indaga per disastro colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. L’inchiesta conta già quindici faldoni di documentazione raccolta dalla polizia giudiziaria, al vaglio della Procura: certificazioni di sicurezza, report di manutenzione ordinaria e straordinaria, e collaudi recenti sono ora oggetto di attenta analisi.

La tragedia ha spezzato le vite di Janan Suliman, giovane farmacista di 25 anni con doppia cittadinanza israelo-palestinese; dei coniugi britannici Elaine e Derek Winn, rispettivamente 58 e 65 anni; e di Carmine Parlato, 59enne operatore della EAV e storico macchinista della funivia, originario proprio di Castellammare. Gravemente ferito il fratello di Janan, Thabet Suliman, 23 anni, attualmente ricoverato in condizioni critiche.

Nel frattempo si attende l’esito degli esami autoptici, che potrebbero portare già nei prossimi giorni all’iscrizione dei primi indagati. Due le cerimonie religiose che hanno ricordato le vittime. La prima nel Santuario di Pozzano, dove l’arcivescovo Francesco Alfano ha parlato alla città, colpita nel cuore e anche nel tessuto economico: “Non spegniamo la speranza, anche se il dolore è grande”. La seconda al Santuario di San Michele Arcangelo, sul monte Faito, luogo simbolo per chi lavora all’impianto e dove don Catello Malafronte ha celebrato la messa in memoria di Carmine Parlato, ricordato dai colleghi come “l’uomo che amava la funivia più di ogni altra cosa”.

Il crollo della cabina ha inferto un colpo durissimo anche al turismo montano stabiese. La funivia, che nel 2024 ha trasportato oltre 108mila passeggeri, rappresentava il cuore pulsante di un sistema economico che include alberghi, ristoranti, attività escursionistiche, maneggi e sport di montagna. Dove di solito a Pasquetta non si trovava posto per parcheggiare, questa mattina il piazzale del Faito era deserto.

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