venerdì, Giugno 20, 2025
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Chiusura Circum Napoli-Baiano, pendolari scrivono al prefetto: “Si distruggono vite e territori”

Un appello accorato al Prefetto di Napoli, Michele di Bari, per fermare quella che definiscono una decisione sbagliata, irrispettosa e discriminatoria: la chiusura della linea ferroviaria Baiano–Napoli da parte dell’Eav, prevista dal 21 maggio al 30 settembre 2025. A firmare la lettera aperta sono i rappresentanti dei comitati pendolari vesuviani, tra cui Enzo Ciniglio, Salvatore Ferraro, l’avvocato Marcello Fabbrocini, e Salvatore Alaia.

“Signor Prefetto, non siamo numeri”, si legge in apertura. “La sospensione del servizio ferroviario per 130 giorni, annunciata da Eav senza convocare le parti sociali e istituzionali, arriva mentre le scuole sono ancora aperte e il comparto agroalimentare è in piena attività. Una scelta che stravolge la vita quotidiana di migliaia di cittadini”. La protesta nasce anche da modalità e tempistiche della comunicazione, che secondo i comitati “è arrivata solo dopo le nostre denunce pubbliche”. Il riferimento è alla precedente chiusura dell’estate 2024, quando la stessa tratta fu sospesa per oltre tre mesi, e alla promessa — non mantenuta — di non interrompere più la linea. “Questa decisione – spiegano i comitati – non tiene conto delle gravi ricadute su studenti, lavoratori e famiglie. Eav giustifica la chiusura anche con lo ‘scarso numero di viaggiatori’, ma la verità è che è stato il continuo degrado del servizio a far allontanare l’utenza. È il classico cane che si morde la coda”.

Tra le critiche più forti, anche il doppio standard nei confronti di altre linee: “Sulla Sorrento i lavori si fanno di notte per non bloccare il servizio. Sulla Baiano invece si chiude tutto per mesi, solo per recuperare qualche treno da spostare altrove. È inaccettabile”. I comitati chiedono al Prefetto di intervenire con urgenza per revocare la chiusura e convocare un tavolo istituzionale per cercare soluzioni condivise e sostenibili. “Dietro ogni pendolare c’è una storia. Non si tratta solo di numeri: ci sono i volti di Andrea, Giulia, Marco, Antonia, Raffaele… persone che vedono i loro sogni negati insieme a quel treno che non passa.” Una lettera carica di rabbia, ma anche di fiducia nelle istituzioni, che si chiude con un auspicio chiaro: “Non scaricate sulle spalle dei pendolari le criticità gestionali dell’Eav. Vogliamo un confronto serio, costruttivo, equo”.

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