Una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con copia indirizzata anche al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al Ministro dei Trasporti Matteo Salvini, per denunciare lo stato disastroso delle linee vesuviane e chiedere rispetto e verità. È questo il passo compiuto dai comitati dei pendolari della Circumvesuviana, stanchi di subire disagi quotidiani, offese istituzionali e una narrazione “fantasiosa” che non corrisponde, secondo loro, alla realtà vissuta sui binari. “Non siamo imbecilli, siamo cittadini seri che chiedono diritti”, scrivono, facendo riferimento diretto alle recenti dichiarazioni del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, che avrebbe liquidato le proteste con sarcasmo e insulti. Il Comitato Pendolari Vesuviani, attraverso i rappresentanti Enzo Ciniglio, Salvatore Ferraro, l’avvocato Marcello Fabbrocini, e i portavoce dei comitati civici A. Cifariello di Ottaviano e E(A)Vitiamolo di Sperone, denuncia una situazione che “peggiora anno dopo anno”, a dispetto dei miliardi investiti dalla Regione – sforzo finanziario che pure riconoscono – ma che, a loro dire, non ha prodotto alcun miglioramento sostanziale nel servizio.
La critica più dura è rivolta alla gestione dell’Eav (Ente Autonomo Volturno), in particolare all’attuale presidente, accusato di aver promesso una rapida risoluzione dei problemi “senza conoscere l’impresa”. A distanza di dieci anni, sottolineano i comitati, i disservizi non solo persistono, ma sono addirittura aumentati. Un punto centrale della protesta riguarda l’anticipo della programmazione dell’esercizio estivo al 1° giugno, misura che ha portato a un taglio drastico delle corse, scese a 200 al giorno: il minimo storico della Circumvesuviana. “Un esercizio estivo lungo tre mesi e mezzo non si era mai visto prima su queste linee”, osservano i rappresentanti, evidenziando come una tale riduzione dell’offerta non sia prevista nemmeno sulle tratte gestite da Rfi, spesso utilizzate dall’Eav come paragone per giustificare le proprie scelte. Nel mirino anche i dati ufficiali dell’Eav, che secondo i pendolari certificano una riduzione dei chilometri percorsi nel 2022 e 2023 rispetto al periodo 2013/2014, quando – dicono – “si friggeva il pesce con l’acqua”, in riferimento alla storica carenza di risorse dell’epoca. La richiesta che i comitati rivolgono a Mattarella è chiara: intervenire in nome dei diritti costituzionali calpestati, a partire da quello alla mobilità, alla dignità e alla sicurezza del cittadino. Una protesta civile, ma determinata, che rivendica il diritto alla verità e rifiuta la narrazione trionfalistica di chi governa. “I pendolari vesuviani non offendono, ma manifestano il dissenso con prove inconfutabili. E, nonostante tutto, non si arrendono”, si legge in chiusura della lettera.