Permessi edilizi in cambio di mazzette. È questa l’accusa che ha portato agli arresti domiciliari Giovanni Fortunato, sindaco di Santa Marina (Salerno), esponente del centrodestra ed ex membro di Fratelli d’Italia, oggi in Forza Italia con un ruolo di rilievo nel dipartimento politiche energetiche e green deal. Con lui è stato arrestato anche un imprenditore napoletano, nell’ambito di una vasta inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Lagonegro. L’operazione è stata condotta dalla Guardia di Finanza del comando provinciale di Salerno e dalla sezione di polizia giudiziaria, che hanno dato esecuzione al provvedimento firmato dal gip. Al centro dell’indagine, un presunto sistema di corruzione legato al rilascio di un permesso a costruire, ottenuto in assenza del necessario piano di lottizzazione. Secondo quanto emerso dalle indagini, Fortunato avrebbe ricevuto una tangente di 100mila euro, consegnata da due imprenditori partenopei attraverso un tecnico coinvolto nella progettazione. I militari della Guardia di Finanza – in particolare il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Salerno e la Compagnia di Vallo della Lucania – hanno documentato l’intera operazione grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali, analisi di dispositivi elettronici, perquisizioni e testimonianze. Già nel luglio 2023, nel corso di una delle perquisizioni, erano stati sequestrati oltre 160mila euro in contanti, che secondo gli inquirenti rappresentano solo una parte delle somme circolate nell’ambito del presunto sistema corruttivo. Dalle indagini è emersa una gestione della cosa pubblica orientata a favorire determinati imprenditori, con pressioni e ingerenze sistematiche sugli uffici comunali. Fortunato, sostengono i magistrati, avrebbe suggerito professionisti “di fiducia” per facilitare le pratiche edilizie e ottenere in cambio vantaggi personali. L’inchiesta coinvolge anche altri tecnici e imprenditori locali interessati a progetti immobiliari nel comune di Santa Marina. Le autorità giudiziarie parlano apertamente di un “sistema consolidato di corruzione amministrativa”, in cui l’interesse pubblico veniva subordinato a quello privato. La posizione di Fortunato assume un rilievo politico ancora maggiore considerando che il suo nome circolava come possibile candidato di punta alle prossime elezioni regionali in Campania.