È un primato del Sud Italia quello conquistato dall’ospedale “Santa Maria della Pietà” di Nola (Asl Napoli 3 Sud), che ha introdotto per la prima volta in un reparto di cardiologia pubblico una tecnologia innovativa per la cura della fibrillazione atriale: si chiama Faraview e si basa sull’uso dell’energia pulsata, una metodica ablativa all’avanguardia, capace di colpire in maniera selettiva solo le cellule cardiache responsabili dell’aritmia, minimizzando i rischi per i tessuti circostanti. Il merito è della squadra guidata dal dottor Luigi Caliendo, primario del reparto di Cardiologia, e composta da Mario Volpicelli (responsabile del servizio di elettrofisiologia ed elettrostimolazione), Saverio Ambrosino, Orlando Munciguerra e Ciro Pirozzi. Grazie al lavoro del team, il presidio nolano è diventato uno dei pochi centri pubblici in Italia – e il primo nel Mezzogiorno – ad adottare il sistema Farapulse, associato alla tecnologia di navigazione elettromagnetica Opal HDx.
La procedura consiste nell’applicazione di impulsi elettrici ad altissimo voltaggio (2000 volt) a livello delle vene polmonari. Questo genera dei micropori nelle cellule cardiache, che vengono così disattivate attraverso un processo chiamato apoptosi. A differenza delle tecniche tradizionali basate sull’energia termica, l’energia pulsata non danneggia i tessuti non cardiaci (come l’esofago o il nervo frenico), riducendo drasticamente le complicanze post-operatorie. “Siamo tra i primi ospedali pubblici in Italia a utilizzare Farapulse, e il primo nel Sud, con oltre 100 pazienti già trattati – spiega Caliendo –. Una vera rivoluzione nella gestione della fibrillazione atriale parossistica e persistente”. Gli fa eco Giuseppe Russo, direttore generale dell’Asl Napoli 3 Sud: “Questo traguardo rientra in un più ampio piano di investimenti per potenziare l’assistenza ospedaliera e fare dell’ospedale di Nola un punto di riferimento per le aritmie complesse”.