NAPOLI (Nello Lauro) – Una sentenza importante, che potrebbe fare giurisprudenza, arriva dalla Campania, dove il Tribunale Amministrativo Regionale ha riconosciuto il diritto all’integrazione scolastica di una bambina disabile, condannando il Ministero dell’Istruzione al risarcimento per la mancata assegnazione delle ore di sostegno previste nel suo Pei (Piano Educativo Individualizzato). La vicenda ha coinvolto una scuola primaria del Nolano e riguarda una minore affetta da disabilità in situazione di gravità, ai sensi dell’articolo 3 comma 3 della Legge 104/1992. Secondo la normativa vigente, questi alunni devono ricevere un supporto didattico e assistenziale “adeguato e continuativo”. Nel caso specifico, il Gruppo di Lavoro Operativo (Glo), composto da docenti, specialisti sanitari, genitori e operatori scolastici, aveva redatto un Pei dettagliato che prevedeva almeno 28 ore settimanali di sostegno, basato sulle effettive necessità della bambina, al fine di garantirle pari opportunità educative e relazionali. Tuttavia, con un provvedimento del dirigente scolastico, notificato a ottobre 2024, l’istituto ha ridotto unilateralmente le ore a 22 settimanali, senza motivazione concreta né una nuova valutazione tecnica. La decisione è apparsa subito sproporzionata, oltre che in contrasto con la giurisprudenza consolidata e le normative sull’inclusione scolastica (Legge 104/1992, Decreto legislativo 66/2017). I genitori, assistiti dall’avvocato Anna Maria D’Arienzo, esperta in diritto scolastico e inclusione, hanno presentato un ricorso urgente al Tar Campania. In sede cautelare, il tribunale aveva già ordinato all’amministrazione di ripristinare le ore previste nel PEI. Ora, nella sentenza di merito, ha accolto integralmente le ragioni della famiglia. Il Tar ha riconosciuto un danno non patrimoniale diretto alla minore, quantificato in 1.000 euro per ogni mese in cui è stata privata delle ore di sostegno indicate. L’importo totale sarà calcolato dal momento dell’inizio dell’anno scolastico fino al pieno ripristino delle ore. Nella sentenza si legge che la riduzione arbitraria del sostegno rappresenta “una lesione grave e ingiustificata al diritto costituzionalmente garantito all’istruzione”, aggravata dal fatto che la minore rientra nella categoria di soggetti più vulnerabili. Il giudice ha stigmatizzato l’operato dell’Amministrazione scolastica, definendolo “frutto di una gestione burocratica e non pedagogica del diritto allo studio”, e ha condannato anche il Ministero al pagamento delle spese processuali, per un totale di 1.000 euro. Il tribunale ha anche riconosciuto il valore sociale e formativo del contenzioso promosso che riafferma un principio fondamentale: la disabilità non può essere penalizzata da limiti organizzativi.
Nolano, scuola taglia ore sostegno a bimba disabile: Tar condanna Ministero a risarcire
