Una lunga catena umana sulla sabbia, più di 300 giovani con un messaggio potente scritto negli occhi e sul cuore: “Stop fossili, Start rinnovabili”. Non è solo uno slogan, ma un grido di battaglia che si leva dall’Oasi Dunale di Paestum per scuotere la politica e l’opinione pubblica: la crisi climatica è già qui, ed è il momento di agire, non più di rimandare. Il messaggio lanciato dai ragazzi e dalle ragazze di Legambiente, riuniti dal 22 al 25 maggio per la settima edizione dello Youth Climate Meeting, arriva forte e chiaro: “Bisogna accelerare la transizione energetica, abbandonare le fonti fossili, rimuovere gli ostacoli burocratici e investire sulle rinnovabili. Non domani, ma adesso”. I dati parlano chiaro. Nei primi cinque mesi del 2025 l’Osservatorio Città Clima ha già registrato 110 eventi estremi: piogge torrenziali, esondazioni e raffiche di vento distruttive. È un aumento del 31% rispetto al 2024 e la prova che le attuali politiche di mitigazione e adattamento non bastano più. Dietro l’azione simbolica c’è una proposta concreta: raccogliere fondi per acquistare un pulmino sociale destinato a bambini con disabilità, affinché anche loro possano esplorare il mondo, partecipare alla vita, vivere l’inclusione. Perché il cambiamento climatico non è solo un tema ambientale, ma anche sociale e umano.
“La transizione energetica è una leva di cambiamento, un’occasione per creare lavoro green, per abbassare le bollette, per garantire più autonomia energetica”, spiega Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. “Ma serve coraggio, serve visione. E serve superare la miopia di chi ancora ostacola la realizzazione degli impianti rinnovabili o finanzia rigassificatori e gasdotti”. La battaglia dei giovani, afferma Mattia Lolli, responsabile dell’ufficio volontariato di Legambiente, “è una richiesta di giustizia. Climatica, sociale, intergenerazionale. È il desiderio di un’Europa più ambiziosa e coerente”. Durante l’incontro sono state annunciate due tappe chiave: il 14 giugno, la mobilitazione nazionale “Stop Fossili, Start Rinnovabili”, in diverse località italiane simbolo dell’incoerenza climatica e il 15 novembre, il Climate Pride a Roma, in concomitanza con la COP30 di Belém (Brasile): un’iniziativa che unirà movimenti, cittadine e cittadini, in nome della giustizia climatica e della dignità delle future generazioni.
Lo Youth Climate Meeting ha visto la partecipazione di 350 giovani attivisti, oltre 20 eventi, decine di associazioni italiane ed europee tra cui Fridays For Future, Ultima Generazione, WWF, Unione degli Studenti, ActionAid, Libera e molte altre. I temi al centro del dibattito: migrazioni climatiche, eco-ansia, pace e conflitti, transizione alimentare, ecotransfemminismo, strategie di mobilitazione e attivismo climatico. Organizzato all’interno del progetto europeo Eya – European Youth in Action, co-finanziato dal programma Cerv, l’evento ha trasformato Paestum in un laboratorio a cielo aperto di idee, sogni e visioni.