venerdì, Giugno 20, 2025
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Strage della Funivia del Faito: 25 indagati per omicidio colposo

Vanno avanti le indagini sulla tragedia della funivia del Faito, costata la vita a quattro persone lo scorso 17 aprile. La Procura di Torre Annunziata ha iscritto nel registro degli indagati 25 persone, tra cui Umberto De Gregorio, presidente dell’Eav – l’Ente autonomo Volturno che gestisce l’impianto – e diversi tecnici, funzionari e operatori del settore ferroviario e infrastrutturale. L’iscrizione è stata formalizzata in vista dell’accertamento tecnico irripetibile, atto probatorio centrale per ricostruire le cause dell’incidente. Il conferimento dell’incarico ai periti è previsto per giovedì 23 maggio. Il pool della Procura, coordinato dal procuratore Nunzio Fragliasso, ipotizza per tutti gli indagati i reati di omicidio colposo, lesioni colpose in concorso e condotte omissive in merito alle responsabilità su progettazione, manutenzione, controllo, ispezione e vigilanza dell’impianto. Nella tragedia hanno perso la vita 4 persone: Carmine Parlato, dipendente dell’Eav, Janan Suliman, turista israelo-palestinese e i coniugi britannici Elaime Margaret e Graeme Derek Winn. Gravemente ferito Thabet Suliman, fratello della giovane turista. A 14 dei 25 indagati è contestato di aver attestato l’assenza di criticità nell’impianto in occasione della riapertura della funivia il 10 aprile, solo una settimana prima della tragedia. Si tratterebbe, secondo gli inquirenti, di attestazioni potenzialmente fuorvianti che avrebbero avallato la riapertura in assenza delle condizioni minime di sicurezza. Tra gli indagati figurano: dipendenti dell’Eav, tecnici e funzionari dell’Ansfisa (Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali) e referenti della società Franz Part, incaricata di operazioni di manutenzione e rifacimento delle “teste fuse” – componenti meccanici cruciali per il corretto funzionamento dell’impianto, una delle quali è stata recentemente sequestrata dagli investigatori. L’iscrizione nel registro degli indagati, come previsto dalla legge, consente ai destinatari dell’avviso di nominare un proprio consulente tecnico, che potrà presenziare all’incidente probatorio e formulare osservazioni. L’inchiesta ora entra nella fase cruciale delle verifiche tecniche: da queste dipenderanno le conclusioni sulle eventuali responsabilità e sulla catena di omissioni che, secondo l’accusa, potrebbe aver determinato o agevolato il disastro.

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