giovedì, Maggio 15, 2025
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Traffico d’arte, nel 2024 carabinieri Tpc recuperano 25mila beni culturali

Nel corso del 2024, il nucleo carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Napoli ha raggiunto risultati straordinari nel contrasto ai crimini contro il patrimonio artistico e storico. L’unità, che opera con competenza sull’intero territorio campano, ha recuperato 24.955 beni d’arte, per un valore complessivo stimato di oltre 9 milioni di euro. Si tratta di uno dei bilanci più significativi mai registrati a livello regionale, come illustrato nel rapporto “Attività Operativa 2024”, redatto dal comando carabinieri Tpc, un reparto d’eccellenza dell’Arma istituito nel 1969 per dare concreta attuazione all’articolo 9 della Costituzione.

Questi numeri impressionanti sono il risultato di un’intensa attività investigativa e preventiva. I carabinieri del Tpc hanno operato in un contesto normativo rafforzato dalla legge numero 22 del 22 marzo 2022, che ha introdotto 17 nuovi articoli nel Codice Penale, inasprendo sensibilmente le pene per i reati a danno dei beni culturali. Il 2024 ha fatto registrare un lieve aumento dei furti (da 24 a 25 rispetto all’anno precedente), ma anche una decisa crescita dei sequestri: le operazioni hanno portato alla confisca di nove beni grafici, pittorici o musivi (contro i sette del 2023), oltre undicimila documenti librari e archivistici (contro poco più di mille dell’anno precedente), e oltre 13.700 reperti archeologici, tra cui ceramiche, oggetti glittici e quasi tremila monete antiche.

Parallelamente, si è intensificata anche l’attività di controllo del territorio e degli ambienti commerciali: musei, biblioteche, archivi, esercizi antiquariali e fiere sono stati oggetto di monitoraggi più frequenti e sistematici. Sono cresciuti i controlli nelle aree vincolate da tutela paesaggistica e monumentale, così come le verifiche presso mercati antiquariali e la consultazione della banca dati dei beni illecitamente sottratti, passata da 335 a 782 accertamenti in un solo anno. L’attività repressiva ha registrato un’impennata significativa con 27 persone denunciate per associazione a delinquere, laddove l’anno precedente il dato era pari a zero. Una delle operazioni più rilevanti ha portato proprio allo smantellamento di un’organizzazione criminale composta da 27 soggetti, dedita alla ricettazione e al traffico di beni ecclesiastici. Nell’ambito delle attività complessive, sono state effettuate 35 perquisizioni, con 100 persone denunciate e oltre 24.000 beni recuperati, tra cui più di 11mila materiali antiquariali, archivistici e librari, e 13.739 reperti archeologici, di cui oltre 10mila frammentari.

Un’importante novità del 2024 è stato l’ulteriore potenziamento della sorveglianza telematica. Sono stati monitorati oltre 20 siti web e centinaia di beni su piattaforme di e-commerce, riuscendo a recuperare ben 740 oggetti. Tra questi figurano 130 documenti archivistici, 604 reperti archeologici e paleontologici, oltre a dipinti, sculture e oggetti di oreficeria. Un ruolo cruciale è stato giocato dal sistema Swoads (Stolen Works Of Art Detection System), che grazie all’intelligenza artificiale ha permesso di intercettare opere d’arte trafugate anche nel deep web e nei social media. Nel corso dell’anno, il nucleo Tpc di Napoli ha anche partecipato all’esercitazione nazionale di protezione civile Exe Flegrei 2024, testando, in collaborazione con altre istituzioni, le procedure di messa in sicurezza dei beni culturali in caso di allerta vulcanica nella zona flegrea. L’esercitazione, tenutasi al Museo Archeologico Nazionale dei Campi Flegrei, ha coinvolto oltre 100 operatori tra funzionari, carabinieri e volontari specializzati.

Le attività investigative hanno permesso di far luce su contesti di particolare rilevanza. L’“Operazione San Gennaro”, ad esempio, ha portato alla scoperta, nei sotterranei di Napoli, di una Chiesa paleocristiana del X-XI secolo sconosciuta alla comunità scientifica, situata all’interno di cunicoli abusivi. Altre indagini, come quella denominata “Consilinum”, hanno rivelato la presenza di una necropoli risalente al IV-V secolo a.C. in un’area privata interessata da lavori edilizi non autorizzati, mentre “Costiera Violata” ha coinvolto i territori della Costiera Amalfitana e Cilentana, con sequestri per un valore di oltre 55 milioni di euro.

Tra i recuperi più importanti si segnala il sequestro di 543 reperti archeologici e oltre 10mila frammenti ceramici nell’ambito dell’“Operazione San Gennaro”, per un valore stimato di 850mila euro. Inoltre, un’importante opera ritraente Vittorio Emanuele III, dell’artista Achille Talarico, trafugata nel 1999, è stata individuata grazie al monitoraggio online e restituita alla Città Metropolitana di Napoli, insieme al dipinto “L’Oracolo di Delfi” di Camillo Miola, recuperato negli Stati Uniti. L’attività del Nucleo non si è fermata ai confini nazionali. Sono in corso importanti operazioni di cooperazione internazionale per il recupero di opere trafugate e illecitamente esportate, tra cui la “Lesena marmorea” proveniente da Pompei, attualmente sequestrata in Belgio, e il celebre “Doriforo di Stabiae”, oggi esposto al Paul Getty Museum di Malibù, per il quale è in corso un complesso contenzioso giuridico.

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