Sembrava un pomeriggio qualunque, tra le vetrine e le serrande abbassate di corso Italia ad Afragola. In pochi attimi, però, la quotidianità si è trasformata in terrore: due uomini in moto si sono fermati davanti a un negozio di biancheria, sono entrati e hanno aperto il fuoco. Pasquale Buono, 45 anni, è stato raggiunto da quattro colpi di pistola alla schiena e per lui non c’è stato nulla da fare. L’agguato si è consumato nel tardo pomeriggio di oggi, all’interno del piccolo esercizio commerciale gestito da Buono insieme al padre, nel cuore delle palazzine Gescal. Secondo le prime ricostruzioni, i due sicari sono entrati con determinazione, hanno individuato la vittima e fatto fuoco a sangue freddo. Pasquale è crollato a terra, sotto gli occhi del genitore e di alcuni clienti. I soccorsi del 118, allertati dai presenti, sono arrivati rapidamente, ma l’uomo è morto poco dopo. La dinamica e le modalità del delitto fanno ipotizzare agli inquirenti un agguato di camorra, probabilmente legato a regolamenti di conti o a equilibri criminali in movimento.
A indagare sull’accaduto sono gli agenti del commissariato di Afragola e della Squadra Mobile di Napoli, che nelle stesse ore stanno cercando connessioni con un altro omicidio avvenuto appena 24 ore prima: quello di Antonio Vitale, 56 anni, freddato con una decina di colpi mentre era in auto a Cardito, comune confinante. Anche lì, due killer in moto. Le analogie tra i due omicidi – l’uso della moto, il numero dei sicari, la scelta delle vittime – alimentano il sospetto di una nuova escalation tra clan operanti nell’area a nord di Napoli, un territorio storicamente segnato dalla presenza del clan Moccia, oggi attraversato da lotte interne e spinte di gruppi emergenti. In seguito al delitto, il prefetto di Napoli Michele di Bari ha disposto un rafforzamento immediato dei controlli sul territorio e ha annunciato che il caso sarà portato all’attenzione del prossimo comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica.