Il silenzio della campagna tradiva l’ennesimo scempio ambientale. A pochi passi dalle coltivazioni di ortaggi, in un appezzamento apparentemente ordinario a Brusciano, i carabinieri Forestali del Nucleo di Marigliano hanno scoperto una discarica abusiva e, nascosta sotto un cumulo di terra, la carcassa di un cavallo. L’intervento è scattato nell’ambito dei controlli straordinari disposti nella Terra dei Fuochi, per contrastare l’abbandono e la combustione illecita di rifiuti. L’ispezione ha riguardato un fondo agricolo di circa 3.600 metri quadrati in località Candelora, intestato a un 73enne del posto, incensurato e residente in zona. Appena oltre il cancello, l’apparenza di ordine e ruralità ha lasciato spazio alla realtà: 150 metri quadrati di terreno erano trasformati in discarica, con rifiuti di ogni tipo – cassette di plastica e legno, contenitori in polistirolo, un vecchio carrello arrugginito e privo di targa – abbandonati direttamente sul suolo nudo, senza alcuna protezione o stoccaggio regolamentare.
Ma il degrado non finiva lì. In un’altra area del fondo i militari hanno trovato resti di un incendio: plastica bruciata, metalli fusi e rifiuti combusti. Una chiara violazione ambientale, aggravata dalla presenza di materiali potenzialmente pericolosi, residui di una combustione non autorizzata e quindi illecita ai sensi delle norme in vigore. Il vero colpo di scena, però, era nascosto sotto una montagnola di terra alta circa un metro. Scavando, i carabinieri hanno rinvenuto la carcassa di un cavallo sepolta in una fossa. Il proprietario ha dichiarato che l’animale, di sua proprietà da circa dieci anni, era deceduto pochi giorni prima, il 2 giugno. Anziché attivare la procedura prevista per lo smaltimento delle carcasse animali, l’uomo ha scelto di seppellirlo autonomamente nel proprio terreno. Una prassi assolutamente vietata dalla normativa vigente: anche la carcassa di un animale domestico, infatti, è considerata un rifiuto speciale e va smaltita tramite aziende autorizzate, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie e ambientali. Per questi motivi, il terreno è stato in parte sequestrato, mentre il proprietario è stato denunciato in stato di libertà per violazioni gravi al Decreto Legislativo 152/2006, in particolare per gestione illecita di rifiuti (art. 256) e combustione illecita di rifiuti (art. 256-bis).