venerdì, Giugno 20, 2025
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Senato approva il decreto Sicurezza: proteste e tensione in aula

Con 109 voti favorevoli, 69 contrari e un astenuto, il Senato ha approvato in via definitiva il decreto Sicurezza, già in vigore dall’11 aprile e votato in precedenza dalla Camera lo scorso 29 maggio, anche in quel caso con il voto di fiducia. Il sì di Palazzo Madama arriva al termine di una giornata carica di tensione, segnata da proteste in Aula, cori, cartelli e quasi uno scontro fisico tra senatori di maggioranza e opposizione.

PROTESTA IN AULA: SEDUTA SOSPESA – I senatori di Pd, M5s e Avs hanno dato vita a una protesta simbolica in aula (foto Ansa), sedendosi al centro di Palazzo Madama per contestare l’inasprimento delle pene contro i manifestanti che occupano strade e ferrovie. “Vergogna, vergogna” hanno gridato, mostrando cartelli con la scritta “Denunciateci tutti”. La presidente di turno, Anna Rossomando, ha sospeso temporaneamente la seduta. Alla ripresa dei lavori, le tensioni non si sono placate, anzi. A far deflagrare lo scontro è stato l’intervento del senatore Alberto Balboni (Fdi) che ha accusato l’opposizione di sostenere “terroristi e mafiosi” e ha chiesto: “State con i manifestanti o con gli agenti feriti?”. L’intervento ha provocato una quasi-rissa tra gli scranni, con il questore del Senato Gaetano Nastri contuso nel tentativo di placare gli animi. Solo l’intervento di altri colleghi ha evitato che la situazione degenerasse.

IL DECRETO SICUREZZA: LE NOVITA’- Il decreto Sicurezza introduce 14 nuovi reati, oltre a inasprimenti di pena e misure restrittive per manifestanti, occupanti abusivi, autori di disordini nei Cpr e detenuti responsabili di rivolte in carcere. Ecco i principali contenuti:

BLOCCO STRADALE: DA ILLECITO A REATO – Il decreto trasforma in reato penale il blocco stradale o ferroviario, spesso utilizzato dai movimenti ambientalisti. Le pene saranno aggravate nei casi di manifestazioni nei pressi di stazioni o mezzi pubblici. Previsto anche il Daspo urbano per chi venga denunciato o condannato per reati contro la persona o il patrimonio.

CANNABIS LIGHT: STOP A PRODUZIONE E VENDITA – Vietata la produzione, commercializzazione e trasporto delle infiorescenze di cannabis a basso contenuto di THC, anche se vendute come prodotti tecnici o da collezione. Un colpo durissimo per l’intera filiera della cosiddetta “cannabis light”.

AUMENTI DI PENA PER CHI AGGREDISCE FORZE DELL’ORDINE – Previsti aumenti di pena per lesioni, resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Nuove aggravanti in caso di aggressione ad agenti di polizia giudiziaria o pubblica sicurezza. Saranno inoltre fornite bodycam e strumenti di sorveglianza portatili agli agenti. Introdotto anche un sostegno economico fino a 10.000 euro per le spese legali dei poliziotti coinvolti in processi per fatti di servizio.

OCCUPAZIONE ABUSIVE: SGOMBERO IMMEDIATO – Per la prima volta, introdotto il reato di occupazione arbitraria di immobile. La polizia giudiziaria potrà ordinare il rilascio immediato dell’immobile occupato senza attendere l’autorizzazione del giudice.

RIVOLTE IN CARCERE E NEI CPR: PENE FINO A 18 ANNI – l decreto introduce il reato di rivolta nei penitenziari e nei centri per il rimpatrio, punendo anche atti di resistenza passiva. In caso di lesioni o morte, la pena può raggiungere i 18 anni.

TERRORISMO E CRIMINE ORGANIZZATO – Viene punita la detenzione di materiale con finalità terroristiche e la diffusione online di istruzioni per atti violenti. Estese le verifiche antimafia anche alle aziende che aderiscono ai “contratti di rete”. Tolta la facoltà del prefetto di sospendere le interdittive antimafia a tutela dei familiari.

MISURE PER USURA E TRUFFE AGLI ANZIANI – Prevista la figura di un esperto di accompagnamento per le imprese vittime di usura. Nuove aggravanti anche per le truffe agli anziani e lo sfruttamento minorile per l’accattonaggio.

CARCERE E MATERNITA’: PENE PIU’ SEVERE – Modificate le norme sull’esecuzione della pena per donne incinte o con figli piccoli. Sarà il giudice a stabilire se concedere il rinvio della pena, valutando pericolo di recidiva o rischi per la collettività.

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