martedì, Luglio 8, 2025
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Immigrazione clandestina attraverso i Caf: 45 arresti nel Vesuviano

NAPOLI (ads) – Una maxi-operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha portato questa mattina all’esecuzione di 45 misure cautelari e al sequestro di beni per un valore di circa 2 milioni di euro, facendo emergere un sistema criminale rodato e capace di produrre milioni di euro sfruttando le maglie del Decreto Flussi. L’indagine ha acceso i riflettori su un’organizzazione strutturata e articolata in tre livelli, che operava principalmente nei comuni di San Giuseppe Vesuviano e Ottaviano. Al vertice del sistema, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, vi erano tre avvocati, ciascuno a capo di altrettanti Caf, per i quali è stato disposto il carcere, che creavano contratti di lavoro fittizi per stranieri, prevalentemente cittadini bengalesi, al fine di garantirne l’ingresso regolare in Italia dietro il pagamento di cifre che potevano arrivare fino a 9.000 euro a persona. I numeri parlano chiaro: 23 persone agli arresti domiciliari, 11 imprenditori soggetti all’obbligo di firma e altri sottoposti a misure restrittive. Le accuse comprendono, a vario titolo, associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, estorsione aggravata dal metodo mafioso, falso ideologico e truffa.

Il meccanismo faceva leva sull’uso illecito di identità digitali (tra cui Spid intestati anche a un membro delle forze dell’ordine) per presentare domande di richieste di nulla osta corredate da documenti falsi (sono 40mila quelle in corso di verifiche): certificazioni di idoneità alloggiativa, inesistenti disponibilità di assunzione da parte di imprese e altre attestazioni fasulle, redatte e asseverate da professionisti compiacenti. Il tutto ruotava intorno al click day, il sistema telematico che assegna i permessi d’ingresso in base all’ordine cronologico di presentazione delle domande: una corsa contro il tempo nella quale, grazie a questo meccanismo fraudolento, gli indagati riuscivano a far entrare illegalmente in Italia centinaia di stranieri. “Per assicurarsi il buon esito della propria istanza di assunzione – ha dichiarato il procuratore Nicola Gratteri – erano disposti a corrispondere, per il tramite di intermediari connazionali, somme fino a 9.000 euro, generando un giro d’affari da milioni”. A rendere ancora più inquietante il quadro è l’interferenza della camorra, in particolare del clan Fabbrocino, che – secondo la Dda – avrebbe partecipato direttamente al business migratorio, attraverso estorsioni ai professionisti e gestione di pratiche false. Due esponenti di vertice del clan sono stati arrestati in flagranza per estorsione aggravata dal metodo mafioso.

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