lunedì, Luglio 14, 2025
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Alessio colpì Martina e la lasciò agonizzante. Poi cancellò le chat e partecipò alle ricerche

AFRAGOLA – Martina Carbonaro è morta dopo minuti di agonia, colpita con violenza dall’ex fidanzato e poi abbandonata sotto i detriti. È quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal giudice del tribunale di Napoli Nord, Stefania Amodeo, che ha confermato il fermo per Alessio Tucci, il 19enne accusato dell’omicidio della ragazza di appena 14 anni. Secondo la consulenza preliminare, Martina – aggredita in un casolare abbandonato di Afragola – sarebbe rimasta viva per diversi minuti dopo essere stata colpita tre volte con una pietra. L’autopsia, prevista per martedì, chiarirà i dettagli degli ultimi drammatici istanti di vita della giovane. Nel provvedimento il giudice parla di “una allarmante personalità” e di un soggetto “incapace di controllare i propri impulsi”, sottolineando un “concreto pericolo di reiterazione di reati della stessa specie”. Efferatezza, crudeltà, disinvoltura: sono solo alcune delle parole usate nell’ordinanza per descrivere il comportamento del ragazzo, che dopo l’omicidio avrebbe cercato di cancellare ogni traccia. Tucci, infatti, avrebbe eliminato le chat dal suo cellulare e da quello di Martina, nascosto poi in un anfratto del casolare. Rientrato a casa, avrebbe chiesto alla madre di lavargli i pantaloni, si sarebbe fatto una doccia, avrebbe buttato la maglia insanguinata e infine sarebbe uscito con gli amici. Quando sono iniziate le ricerche per la scomparsa della ragazza, Alessio ha partecipato accanto ai genitori di Martina, senza mai rivelare la verità. “Per paura”, ha detto il suo avvocato, Mario Mangazzo. Nella strategia difensiva si valuta anche la possibilità di una perizia psichiatrica: “È una riflessione in corso”, ha spiegato il legale, che ha anche chiesto un trasferimento del detenuto in un altro carcere, sostenendo che il clima all’interno della casa circondariale dove si trova attualmente non sarebbe favorevole. Secondo Mangazzo, non ci sarebbe stato accanimento: “Martina ha rifiutato un abbraccio. Lui l’ha colpita in uno scatto d’ira. Tre colpi, prima uno e poi altri due. Ha detto che non respirava più, che aveva perso i sensi quasi subito”. Ma la ricostruzione dell’accusa appare molto più grave e strutturata.

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