AFRAGOLA – Non è morta subito, ma al termine di una lunga agonia, con segni evidenti di sofferenza. È quanto emerso dall’autopsia eseguita sul corpo di Martina Carbonaro, la 14enne uccisa ad Afragola dall’ex fidanzato Alessio Tucci, 19 anni, reo confesso. I risultati dell’esame autoptico, effettuato oggi all’ospedale San Giuliano di Giugliano in Campania, confermano le ipotesi già avanzate dai primi rilievi eseguiti sul luogo del delitto: quattro ferite principali al cranio, una frattura estesa e lesioni al collo che fanno pensare a un atto di inaudita violenza. L’autopsia, disposta dalla Procura di Napoli Nord, è stata eseguita dalla dottoressa Raffaella Salvarezza, perito incaricato. Presenti anche i consulenti nominati dalle parti: Pietro Tarsitano e Omero Pinto per la famiglia della vittima, rappresentata dall’avvocato Sergio Pisani; Antonio Palmieri per la difesa del giovane indagato, assistito dall’avvocato Mario Mangazzo. Secondo quanto riferito, le ferite riscontrate sul cranio – sia nella parte frontale che in quella posteriore – evidenziano colpi ripetuti e violenti, compatibili con una pietra come quella rinvenuta sulla scena del crimine. La frattura cranica e l’emorragia cerebrale sarebbero stati fatali, ma non istantanei: la giovane, infatti, avrebbe agonizzato per diversi minuti prima di morire, nascosta sotto detriti in un casolare abbandonato. Intanto, la città di Afragola si prepara a dare l’ultimo saluto a Martina. I funerali si terranno domani, mercoledì 4 giugno, alle 15 nella basilica di Sant’Antonio, nel cuore della città. A celebrare la funzione sarà il cardinale Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli, che ha voluto essere presente per testimoniare la vicinanza della Chiesa alla famiglia e alla comunità sconvolta da questo atroce femminicidio.