lunedì, Luglio 14, 2025
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Stop di 4 mesi alla Napoli-Baiano, comitato pendolari in Procura contro Eav

SPERONE (nela) – Un’interruzione del servizio ferroviario lunga oltre quattro mesi, disagi senza precedenti per studenti, lavoratori e cittadini, e una motivazione definita “pretestuosa”. Con queste premesse, il comitato civico dei pendolari della Circumvesuviana Napoli-Baiano, “E(A)Vitiamolo”, ha depositato un esposto-denuncia presso la stazione dei carabinieri di Avella. A firmarlo, il presidente Salvatore Alaia e il portavoce Luigi Peluso. L’atto punta i riflettori sulla chiusura improvvisa della tratta tra il 21 maggio e il 30 settembre 2025, comunicata appena cinque giorni prima dell’inizio dello stop. Una decisione che – secondo quanto riportato nell’esposto – è stata presa “unilateralmente” da Aav senza alcun confronto con i sindaci dei Comuni interessati né con le associazioni dei pendolari. Secondo il comitato, la motivazione ufficiale legata alla “sostituzione urgente” di un cavalcavia a Nola non reggerebbe: l’infrastruttura, si legge nell’esposto, è monitorata da anni e l’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria ne ha certificato l’agibilità, seppur con transito limitato a 10 km/h. Inoltre, il cavalcavia sostitutivo non è ancora disponibile e dovrà essere costruito in loco, segno – dicono i promotori della denuncia – che non sussisteva alcuna reale urgenza per procedere in questo momento. Ma non finisce qui. I rappresentanti del comitato contestano anche l’affermazione – riportata nei documenti ufficiali di Eav– secondo cui la linea Napoli-Baiano sarebbe scarsamente utilizzata. “La realtà è ben diversa – scrivono – i convogli sono strapieni, vecchi e inadeguati, come documentato dalle foto e dai filmati che abbiamo allegato”. Da qui l’accusa: la chiusura sarebbe servita non per lavori urgenti, ma per liberare materiale rotabile da destinare ad altre tratte, in particolare quella della Sorrentina. Nel mirino dell’esposto anche il servizio sostitutivo su gomma: “Inadeguato e insufficiente – si legge – sia per numero che per capienza dei mezzi”. I pullman, infatti, sarebbero solo 38 al giorno (contro le 50 corse ferroviarie precedenti) e non coprirebbero tutte le fermate previste dai treni. Una violazione, secondo il comitato, delle norme europee e del principio costituzionale della libertà di movimento sancito all’art. 16. A sostegno delle loro affermazioni, Alaia e Peluso richiamano regolamenti Ue e sentenze del Tar e del Consiglio di Stato, che ribadiscono l’obbligo di garantire servizi alternativi proporzionati alla domanda e che coprano tutte le fermate previste dai treni sospesi. Il comitato, infine, chiede alla magistratura di accertare eventuali responsabilità penali e civili e di valutare se la soppressione del servizio possa configurare reati o illeciti. Intanto, il gesto ha già ottenuto il sostegno di tanti cittadini, indicati come persone informate sui fatti. “Non ci fermeremo – affermano Alaia e Peluso – siamo determinati a difendere il diritto alla mobilità e a impedire che si giochi ancora sulla pelle dei pendolari”.

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