sabato, Luglio 27, 2024
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I falsi miti sulla febbre dei bimbi, ecco le 10 regole d’oro per non sbagliare

Dal rimedio della nonna alla terapia fai-da-te, fino all’invito a sopportare “così diventi grande”. Quando il bimbo ha la febbre la fantasia di mamma e papĂ  si scatena: “Quasi il 60% dei genitori somministra farmaci antipiretici senza consultare il pediatra e oltre il 60%” usa mezzi ‘empirici’ per far scendere la temperatura, “come ad esempio panni imbevuti di acqua fredda. Inoltre, ben il 50% ritiene che il dolore sia uno strumento educativo per la crescita del figlio e che per questo un dolore anche lieve debba essere sopportato”.

Gli esperti riuniti a Milano per il 34° Congresso di antibioticoterapia in etĂ  pediatrica analizzano così i falsi miti che viaggiano nelle case italiane quando la colonnina di mercurio si alza, in base a uno studio condotto dall’UnitĂ  di pediatria ad alta intensitĂ  di cura della Fondazione Irccs Policlinico-universitĂ  degli studi del capoluogo lombardo, diretta da Susanna Esposito. E in attesa di discutere domani 13 novembre le Linee guida per gestire febbre e dolore nei bambini, i pediatri dettano alle famiglie le 10 regole d’oro per non sbagliare.

Il punto di partenza è la corretta definizione di febbre: “Un incremento della temperatura corporea centrale rispetto alla normalitĂ ”, che l’Organizzazione mondiale della sanitĂ  fissa tra 36,5 e 37,5°C. In generale, secondo i dati emersi dalla ricerca risulta che “i genitori, seppure abbastanza informati su come gestire la febbre nei bambini, nella realtĂ  adottano comportamenti errati affidandosi al passaparola o alla saggezza popolare”.

“La febbre è uno dei piĂą frequenti motivi di richiesta di visita pediatrica – sottolinea Esposito, presidente del Congresso e di Waidid, Associazione mondiale malattie infettive e disordini immunologici – ma spesso non viene gestita nel modo piĂą raccomandato da parte dei genitori che tendono a somministrare farmaci non adatti, oppure espongono i figli a sottodosaggi o sovradosaggi. Raccomandiamo sempre di non impiegare nel bambino farmaci per gli adulti – consiglia l’esperta – e ricordiamo che i farmaci per contenere la febbre, come gli antipiretici, vanno somministrati sempre in base al peso e non all’etĂ ”. In accordo con le Linee guida sulla gestione della febbre in etĂ  pediatrica, ecco il decalogo dei pediatri:

1) Per i bambini fino a 4 settimane si raccomanda la misurazione ascellare con termometro elettronico; per i bambini oltre le 4 settimane, si può utilizzare la misurazione ascellare con termometro elettronico o quella timpanica con termometro a infrarossi;

2) La via di misurazione rettale della temperatura corporea non dovrebbe essere impiegata di routine nei bambini con meno di 5 anni, a causa della sua invasivitĂ  e del disagio che comporta;

3) La misurazione orale della temperatura corporea è da evitare.

4) L’impiego di mezzi fisici per la terapia della febbre (spugnature con liquidi tiepidi, bagno, esposizione a correnti di aria fresca, applicazione di borse del ghiaccio, frizione della cute con alcool) è generalmente sconsigliato, ad eccezione dei casi di ipertermia;

5) Paracetamolo e ibuprofene sono gli unici antipiretici raccomandati in etĂ  pediatrica, sono farmaci generalmente sicuri ed efficaci e devono essere utilizzati a dosaggi standard;

6) I farmaci antipiretici devono essere impiegati nel bambino febbrile solo quando alla febbre si associ un quadro di malessere generale;

7) L’uso combinato o alternato di ibuprofene e paracetamolo non è raccomandato, sulla base delle scarse evidenze scientifiche disponibili riguardo la sicurezza rispetto alla terapia con un singolo farmaco;

8) Il paracetamolo o l’ibuprofene non devono essere utilizzati nei casi di convulsioni febbrili;

9) L’acido acetilsalicilico non è indicato in etĂ  pediatrica per il rischio di Sindrome di Reye;

10) Non è raccomandato considerare l’entitĂ  della febbre come fattore isolato per valutare il rischio di infezione batterica grave. Tuttavia la febbre di grado elevato può essere considerata predittiva di infezione batterica grave in particolari circostanze (per esempio nei bambini di etĂ  inferiore ai 3 mesi).

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