giovedì, Aprile 25, 2024
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Nola, ottanta testimoni incastrano l’aggressore di Leandra

Leandra Romano
Leandra Romano

NOLA (Bianca Bianco e Nello Lauro) – “Non ho aggredito Leandra, a quell’ora mi trovavo a lavoro”. Pasquale Rubino, il 21enne di Nola accusato di avere ferito gravemente a colpi di ascia la 26enne Leandra Romano in via Onorevole Napolitano, non confessa. Il giovane, sottoposto a fermo di p.m. e detenuto nel carcere di Poggioreale, ha sin dall’inizio negato le proprie responsabilità. Responsabilità di cui sono invece certi gli inquirenti. Contro di lui pesano infatti molti elementi.

I TESTIMONI- Ad incastrare il presunto aggressore della giovane commercialista di Brusciano ci sono ben 80 testimonianze. Ottanta persone che per lavoro, per coincidenza o perché abitano in zona, hanno visto tutto sebbene non abbiano potuto concretamente impedire il delitto. Ottanta persone che sono state ascoltate per 12 ore dalla polizia di Nola e che sono riuscite a dare importantissimi dettagli, talora conferme, all’operato degli investigatori. Uno dei testimoni oculari è stato in particolare fondamentale, perché ha riconosciuto il ragazzo. Altri hanno preso il numero di targa della vettura di Rubino, altri ancora sono stati capaci di fornire un identikit preciso. Quando gli inquirenti hanno terminato di ascoltare testimonianze, il ventunenne era già stato bloccato in pizzeria. Nola non è stata ‘omertosa’. L’aggressione è avvenuta in pieno centro e in orario di punta serale, dinanzi gli occhi atterriti di decine di persone e tanti hanno collaborato. Solo qualcuno ha negato persino l’evidenza, lamentano gli investigatori: persone che erano a due passi e che non sono intervenute né hanno voluto collaborare.

L’ARMA– La povera Leandra è stata massacrata con un’ascia di quelle che si usano per lavori in campagna. L’arma bianca è stata ritrovata dai poliziotti nell’automobile in uso a Rubino e presentava vistose macchie di sangue. E’ stata trasferita al reparto della Scientifica della Polizia che sta analizzando se si tratti del sangue della ventiseienne. Sia l’accetta che i vestiti del ventunenne sono stati sottoposti ad esame con luminol, il sistema per rintracciare la presenza di materiale ematico.

L’ALIBI- Rubino ha sostenuto di essere a lavoro quando si stava compiendo il misfatto, ovvero in una pizzeria di Nola. I suoi colleghi però non confermerebbero. Anche su questo aspetto la polizia ha effettuato riscontri incrociati ascoltando molte persone.

IL MOVENTE– E’ questo l’aspetto più misterioso dell’intera terribile vicenda. Se è stato Pasquale Rubino a colpire, così come sono convinti Procura e polizia, perché lo avrebbe fatto? L’ipotesi più accreditata, ma che fonti investigative non vogliono confermare, è che si sia trattato di uno scambio di persona cioè che Rubino, che abita poco distante dal luogo del delitto, aspettava una persona a lui nota. Una persona contro cui covava risentimento e che voleva per questo punire. Leandra, che a quell’ora doveva essere sul treno per Brusciano ma che si era trattenuta per un appuntamento, coi suoi capelli ricci ed il suo fisico magro era solo somigliante al presunto bersaglio di Rubino.

IL PRECEDENTE– Appena quindici giorni prima dell’agguato, Rubino era stato preso in carico dai vigili urbani di Nola che lo avevano proposto per un trattamento sanitario obbligatorio dopo un episodio avvenuto tra le mura domestiche. Nonostante l’intervento della polizia locale, il giovane è tornato a casa. Due settimane dopo, l’aggressione a Leandra.

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