venerdì, Aprile 19, 2024
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Centro commerciale a piazza D’Armi, l’Aicast: “Così seppellite Nola”

NOLA- L’auspicata rivoluzione per Piazza D’Armi sta diventando terreno di un feroce scontro tra proprietari di negozi nel centro storico e amministrazione. Lo scorso 5 aprile il Consiglio comunale ha votato a maggioranza il cambio di destinazione d’uso della caserma “del 48”, che passerà da zona di interesse comune a zona di interesse collettivo, la cosiddetta zona G del piano urbanistico. Grazie a questo cambiamento, la caserma potrà prestarsi ad edilizia scolastica, universitaria e post universitaria, edilizia sanitaria ed assistenziale, edilizia turistica e ricettiva, edilizia direzionale edilizia commerciale. Il privato che vorrà acquistarla (pagando il 5% del prezzo al Comune di Nola ed il resto al ministero della Difesa proprietario) non potrà costruire condomini. Potrà però trasferire in questa zona “esercizi di vicinato, botteghe artigianali, medie strutture di vendita, gallerie commerciali”. Ed è proprio quest’ultima possibilità ad accendere la polemica tra i commercianti nolani riuniti nell’associazione Aicast e l’amministrazione. Non è bastata la rassicurazione del sindaco Biancardi (“Non sorgeranno centri commerciali in piazza D’Armi”) per sedare le proteste dell’associazione che ritorna sulla vicenda con un duro manifesto: “L’amministrazione- scrivono- ha inferto l’ennesimo colpo agli esercenti comunali perché non è necessario un centro commerciale per seppellire il commercio nolano, è sufficiente una galleria con qualche negozio, bar, ristoranti, centro estetico, per mettere definitivamente la parola fine a questa città”. “Ora che si paventa la possibilità da parte di privati di acquistare la caserma Cesare Battisti e l’unica arma per evitare lo sfruttamento di una così vasta area per il profitto di pochi a discapito di tanti è quella della legalità, l’Aicast si impegna a continuare la sua battaglia per ottenere il più celermente il Siad (piano commercio) di cui da troppo tempo questa città è sprovvista affinché i privilegi di pochi diventino diritti di tutti”.

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