venerdì, Aprile 26, 2024
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Fiat Nola, pagati per non lavorare: vogliamo la nostra dignità

NOLA – “Noi non vogliamo solo lo stipendio, noi vogliamo lavorare. Rivogliamo la nostra dignità e valuteremo con il nostro legale il da farsi, perché a nostro parere Fca non sta rispettando a pieno la sentenza della Corte d’Appello di Napoli”. Lo ha detto Mimmo Mignano, uno dei cinque operai Fca dello stabilimento di Pomigliano e del reparto logistico di Nola, licenziati due anni fa in seguito ad una manifestazione ritenuta offensiva dall’azienda, e reintegrati da una sentenza della Corte d’Appello di Napoli. Mignano ieri mattina è stato il primo a rientrare in fabbrica, indossando una maglietta con il richiamo all’articolo 21 della Costituzione sulla libertà di opinione, ma vi è rimasto per pochi minuti. ”Ho solo oltrepassato i cancelli – ha spiegato Mignano che è l’unico dei cinque ad essere nell’organico della fabbrica a Pomigliano – poi mi hanno subito portato in una stanzetta laterale dove il capo del personale mi ha consegnato alcuni fogli da compilare e mi ha congedato. Neanche negli uffici mi hanno portato, ma nella saletta dove gli ospiti attendono di essere ricevuti”. Mignano ha sottolineato che in fabbrica sono in vigore, così come anche nel reparto di Nola, i contratti di solidarietà: ”Ma noi saremo solo sul libro paga di Fca – ha aggiunto – eppure dovremmo almeno rientrare nella rotazione. Io devo poter guardare mia figlia negli occhi e dirle che sono tornato a lavorare, non che adesso mi pagano di nuovo ma senza far nulla. Si sta calpestando anche l’articolo 1 della Costituzione”. Ieri pomeriggio, invece, gli altri quattro, Marco Cusano, Antonio Montella, Roberto Fabbricatore e Massimo Napolitano, si sono recati nel reparto logistico di Nola, dove sono in organico, per ottemperare gli stessi adempimenti amministrativi, ma anche loro sono stati esonerati dal lavoro con la stessa garanzia del ”normale trattamento retributivo”. Per i cinque potrebbe profilarsi anche un’ulteriore battaglia legale, visto che la direzione aziendale si è riservata di impugnare in Cassazione la sentenza della Corte d’Appello. (ANSA).

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