Sant’Anastasia (Nello Lauro- IlMattino.it) – Maternità e detenzione, un ossimoro sociale destinato però ad esistere. In Italia la carcerazione femminile è una delle emergenze del sistema penitenziario. La detenuta è spesso sola ed emarginata, se poi in carcere ci va una madre l’emergenza diventa disagio. Da questi presupposti nasce il progetto «Le detenute madri e nuovi rapporti con la struttura carceraria alla luce della legislazione italiana ed europea» realizzati da Claudia Ardolino e promosso dalla Scuola bruniana Fondazione forense di Nola che verrà presentato a Sant’Anastasia domani, 29 giugno dalle 16, presso il Granstudio. Attualmente in Italia sono 8 i penitenziari femminili e sono 52 le sezioni delle carceri maschili destinati alle donne.
La platea carceraria femminile si compone nel 50-60% dei casi dei figli delle carcerate che, secondo quanto stabilisce l’attuale normativa, devono vivere con le mamme fino al compimento del terzo anno (sei anni in caso di permanenza negli Istituti di custodia attenuata, che al momento esistono solo in poche realtà). Ma cosa accade prima e dopo il distacco? E cosa si può fare per venire incontro alle esigenze dei minori e delle loro genitrici?
«Un tema complesso e delicato – spiega la criminologa Mariarosaria Alfieriche ha partecipato al progetto -, che coinvolge i piccoli e le donne, sia italiane che straniere. Ritengo che sia necessario e doveroso un impiego di più professionalità per seguire attentamente e in modo costante sia l’evoluzione carceraria della donna sia quella del bambino, ma soprattutto bisognerebbe seguire entrambi nel percorso post detenzione».
Alla presentazione parteciperanno il direttore generale della scuola bruniana Giuseppe Boccia, il presidente dell’Ordine degli avvocati di Nola Francesco Urraro, il presidente dell’Ordine dei giornalisti Ottavio Lucarelli ed il sindaco di Sant’Anastasia Raffaele Abete, il magistrato Monica Amirante, l’avvocato Giuseppe Guida presidente della Camera penale di Nola, l’ordinario di diritto penale della Federico II Vincenzo Maiello, l’autrice del progetto Claudia Ardolino, la criminologa Caterina De Falco.