martedì, Marzo 19, 2024
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Futsal serie A, nel Cmb Matera dei miracoli c’è la mente di Luciano Miele

ROCCARAINOLA (Nello Lauro) – Nella bellissima stagione del Cmb Matera alla seconda entusiasmante (sesta in classifica e qualificata alla prossima final eight di Coppa Italia a Rimini) nella massima serie di futsal ci sono due pezzi “nolani”. Uno è il calcettista, l’universale Nicola Arvonio, 24 anni, cresciuto nella Virtus Cicciano, l’altro è Luciano Miele, 44 anni, di Roccarainola, allenatore di successo, al suo secondo anno come match analyst dopo l’esperienza con il travolgente Real San Giuseppe promosso in serie A. Una laurea in Scienze Motorie con lode, un master di primo livello in dinamiche relazionali e metodologiche didattiche nei gruppi di apprendimento e tecnico maniacale alla ricerca del dettaglio che possa fare la differenza. Oggi per Luciano Miele una nuova prospettiva nel vedere il campo e i giocatori nello staff di mister Lorenzo Nitti.

Nicola Arvonio con mister Luciano Miele

Cosa fa un match analyst?

“Lavora a stretto contatto con l’allenatore di prima squadra cercando di fornire più informazioni possibili rispetto a dati statistici e tattici, utili alla preparazione delle nuove gare o a un analisi strutturale delle gare già disputate”.

Meglio fare il match analyst o l’allenatore?

“Ho allenato per molti anni nelle categorie regionali e questa nuova figura mi ha dato modo di confrontarmi con categorie più importanti come l’A2 e l’A1. In futuro mi piacerebbe tornare in panchina, ma per il momento sono soddisfatto del mio ruolo”.

La differenza tra la serie A e le serie inferiori?

“Per quanto riguarda gli aspetti del campo, la differenza più importante sta nella velocità con cui gira la palla e in quella di esecuzione dei diversi gesti tecnici e della prestazione fisica. Naturalmente anche l’aspetto tattico e di organizzazione è estremizzato”.

Cosa farebbe per far conoscere di più il futsal?

“Il futsal a livello agnostico, o anche amatoriale, e’ già uno degli sport più praticati. Maggiori passaggi televisivi potrebbero aumentare in modo significativo la conoscenza di questo sport così spettacolare”.

Cosa farebbe per avvicinare i giovani al futsal?

“Ai giovani piace giocare a futsal perché, viste le dimensioni del campo, hanno la possibilità di toccare la palla tante volte durante una partita. A mio avviso le scuole calcio anticipano di troppo il passaggio dei bambini da un campo di piccole dimensioni a uno di medio-grandi dimensioni. I giovani dovrebbero avere la possibilità di giocare a futsal fino ai 13/14 anni e poi scegliere per il proprio futuro. In questo modo avremo più giocatori italiani di futsal importanti e nello stesso momento giocatori di calcio più forti tecnicamente come succede già da tempo in Brasile per esempio”.

Cosa farebbe per migliorare questo sport?

“Non ho una ricetta migliore di altre. L’auspicio è che sempre più figure preparate (tecnici e dirigenti) possano far migliorare il futsal a 360°”.

Lorenzo Nitti con Luciano Miele

Spesso nelle serie minori ci sono squadre che cominciano un avventura e poi…Perchè?

“Ogni campionato ha dei costi specifici. Questi costi aumentano in maniera esponenziale quando ci si trova ad affrontare il massimo campionato regionale per l’obbligatorietà’ (giusta) di giocare in una struttura al chiuso. Purtroppo non tutte le realtà hanno sul proprio territorio la possibilità di usufruire di un “palazzetto” ubicato nel proprio comune o almeno non troppo lontano dal luogo in cui nasce la società. Spostandosi aumentano i costi e diminuiscono le entrate di sponsor o la vicinanza degli appassionati alla squadra. L’auspicio e’ che sempre più comuni possano investire sulle infrastrutture sportive”.

La sua nazionale campana…

“Giusto per stare al gioco: Ranieri, Bellobuono, Botta, Volonnino, Galletto, Molaro, Caponigro, De Luca, Arillo, Perugino, Rennella, De Crescenzo. Sicuramente avrò dimenticato qualcuno e mi scuso”.

L’allenatore da cui ha imparato di più…

“Per il mio percorso da allenatore è stato fondamentale l’anno da secondo allenatore in serie B con l’Isef di Poggiomarino che culminò nella vittoria del campionato. Il mister di prima squadra di quell’anno era Perì Fuentes”.

I migliori giocatori…

“In questi due anni ho avuto la fortuna di vedere all’opera tanti calcettisti fantastici tra il Real San Giuseppe e il Cmb Matera. Wilde e Neto hanno un curriculum mondiale ma il giocatore e la persona  a cui sono più affezionato di questo ultimo periodo resta Alex Ghiotti.

 Il suo ricordo più bello…

“Tutti i campionati vinti da allenatore ma anche da allenatore in seconda e da match analyst”.

Le partite che rigiocherebbe…

“Sono tre. La finale play-off di andata per la promozione in serie serie B tra Saviano e Leonardo Cagliari. Quel giorno il palazzetto di Saviano era strapieno di gente, un terremoto nero-verde. L’altra è la finale spareggio per la promozione in B tra Lausdomini e Fuorigrotta (attuale Napoli). A Cercola c’era il pienone e la partita fu trasmessa in diretta televisiva. L’ultima in ordine temporale e’ la finale di Coppa Italia a Benevento tra Limatola e Benevento. Tre vittorie difficili da dimenticare”.

La partita o il momento che vuole dimenticare…

“Le partite non vanno dimenticate perché anche nelle sconfitte c’e’ sempre qualcosa da imparare. Più che dimenticare, vorrei restassero legate a un futsal che non deve esistere più, qualche prevaricazione verbale o fisica, che nel corso degli anni ho vissuto anche sulla mia pelle. Non e’ possibile ci possano essere ancora determinate situazioni nella società moderna”.

In futuro match analyst o in panchina?

“Mi piacerebbe tornare in panchina ma non escludo niente”.

Deve scegliere in un secondo: match analyst della Spagna o allenatore in serie A1 del Napoli?

“In entrambi in casi fate piano a svegliarmi perché sicuramente sarà un sogno”.

 

 

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