sabato, Luglio 27, 2024
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Otto mesi di carcere al cronista del “Giornale” Pasquale Napolitano

Il giornalista Pasquale Napolitano, cronista del “Giornale”, originario di Camposano, già collaboratore di “Panorama” e del “Roma”, è stato condannato a 8 mesi di carcere e 6500 euro tra risarcimenti ai 4 querelanti e spese legali per un articolo pubblicato su un sito on line dal tribunale di Nola. La condanna per il 42enne giornalista è arrivata per un articolo relativo al Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Nola e al suo presidente di allora scritto nel 2020.

LE REAZIONI – “Abbiamo apprezzato, in più occasioni, la competenza, l’attenzione e l’equilibrio sempre mostrati nell’attività professionale da Pasquale Napolitano, giornalista indipendente a prescindere. Non possiamo che esprimergli la più autentica solidarietà per la sentenza di condanna emessa nei suoi confronti e che, trattandosi di un professionista non allineato al pensiero unico, ben poche preoccupazioni solleverà. Ma tant’è: assistiamo ad una sinistra sempre scatenata a denunciare un inesistente bavaglio del centrodestra alla stampa, ma silente quando a essere condannato è un giornalista non appartenente alla propria area politico-culturale. L’augurio è che nei successivi gradi di giudizio sia annullata la condanna che ha colpito Pasquale Napolitano, riconoscendo la piena correttezza del suo operato”. Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Fratelli d’Italia. Anche il leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte ha commentato la notizia della condanna: “Pasquale Napolitano è un giornalista de “Il Giornale” che ho avuto modo di conoscere per i suoi retroscena mai teneri con il Movimento 5 Stelle e anche per il suo lavoro giornalistico fra territorio e siti di informazione online. Mi preoccupa fortemente apprendere oggi di una condanna addirittura al carcere per la vicenda collegata a un suo articolo su un sito online. Gli esprimo la mia solidarietà. Non ho letto l’articolo in questione, ma non è questo il punto. Ritengo il carcere per i giornalisti qualcosa di totalmente inaccettabile. Per questo contrastiamo le proposte di parlamentari di maggioranza e non solo che continuano ad andare in questa direzione”.

L’ORDINE DEI GIORNALISTI – L’Ordine dei Giornalisti della Campania e la Commissione Legalità dell’Ordine regionale, dinanzi alla condanna in primo grado del collega Pasquale Napolitano esprimono piena e forte solidarietà . “Non comprendiamo come si possa essere arrivati ad una condanna ad 8 mesi di carcere per un articolo sull’ordine degli avvocati di Nola che non aveva – a nostro parere- elementi di diffamazione e che ha assicurato diritto di replica. Napolitano, cronista 42enne, ha semplicemente svolto il proprio lavoro e la condanna al carcere, seppur con pena sospesa, è una grave ferita che non puo’ passare inosservata. Questo tipo di sentenza mette a rischio l’autonomia dei giornalisti”, si legge in una nota. “È incomprensibile, inoltre, che la condivisione sui social dell’articolo firmato da Napolitano sia stata ritenuta un’ aggravante”, prosegue la nota. “Ci auguriamo che il caso venga assolutamente rivisto in appello, sarebbe un grave precedente. La Corte Costituzionale con la sentenza n.150 del 2021, ha infatti riconosciuto il ruolo dell’Ordine dei giornalisti a difesa degli interessi diffusi e ha modificato le attuali norme restringendo le ipotesi di carcere per i giornalisti”, conclude la nota.

IL SINDACATO – Il Sindacato unitario giornalisti della Campania, “al quale il collega è iscritto, ha già attivato il proprio ufficio legale per preparare un ricorso in Appello contro la decisione del giudice onorario che riteniamo assolutamente sproporzionata. L’articolo di mille battute, quindici righe appena, è stato pubblicato dal giornale online Anteprima24 e riguarda l’Ordine degli avvocati di Nola per una vicenda del 2020”. “Proprio per una causa che riguardava Pasquale Napolitano il Sugc presentò l’eccezione di incostituzionalità che ha portato poi alla decisione della Consulta di dichiarare incostituzionale il carcere per i giornalisti. È singolare che una sentenza del genere arrivi da un giudice non togato e che non contempli in alcun modo quanto stabilito dalla Corte Costituzionale, seppure per un altro articolo di legge, sul carcere per i giornalisti”, conclude la nota del sindacato.

UNIRAI – “Un cronista condannato al carcere, giornalisti della Dire licenziati e altri a rischio. Ecco la vera minaccia alla libertà di informazione”. Lo scrive in una nota il sindacato Unirai, liberi giornalisti Rai. “Esprimiamo sconcerto per la condanna a 8 mesi di reclusione (pena sospesa) per il collega del quotidiano Il Giornale, Pasquale Napolitano, reo di aver scritto un articolo ritenuto diffamatorio sul collegio degli avvocati di Nola e pubblicato in passato su un sito online – sottolinea Usigrai -. Il carcere per i giornalisti è un obbrobrio giuridico sul quale attendiamo che la categoria dei giornalisti prenda una posizione netta e in favore del collega del Giornale”. “Esprimiamo poi solidarietà piena e incondizionata ai colleghi dell’agenzia di stampa Dire, alle prese con una mobilitazione per la salvaguardia dei posti di lavoro e dei propri diritti – conclude Unirai -. Nei mesi scorsi l’editore (che gode di contributi pubblici) ha deciso dei tagli all’organico. Ora è intenzionato a proseguire su questa strada, mentre allo stesso tempo, contesta ai lavoratori di aver partecipato a delle assemblee di redazione oltre il limite orario. Ma quando i lavoratori protestano e si organizzano per difendere i propri diritti, non ci sono limiti che tengano”.

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