venerdì, Aprile 26, 2024
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Gigli, ecco la rivoluzione di De Simone: musica e paranze sotto la lente d’ingrandimento

Roberto De Simone
Roberto De Simone

NOLA- Un museo delle tradizioni della festa, maggiore valorizzazione delle paranze rispetto alla macchina della festa, stop alla musica elettronica sugli obelischi, una apertura agli esperimenti. Questa la ricetta del nuovo direttore artistico Roberto De Simone per la valorizzazione della kermesse che già quest’anno nasce sotto il suo segno, sebbene il contributo del commediografo sarà pieno per l’edizione 2014. Gli ingredienti per la rinascita della festa li ha illustrati in una intervista al Mattino, nella quale ha parlato con entusiasmo del suo nuovo incarico artistico, abbracciato il mese scorso e che lo vedrà impegnato, assicura, per tutto l’anno, nella rielaborazione della tradizione nolana. Per rilanciare la festa, dice De Simone “non si può pensare a un malinconico passato che non può tornare, non sarebbe produttivo per la storia della festa: si sente il bisogno alla base di un adeguamento storico, ma occorre andare per esperimenti”. Non si espone su questi esperimenti, l’autore de La Gatta Cenerentola: “Cercheremo di far germogliare qualcosa di nuovo- dice-  da una serie di confronti. Tenendo conto del fatto che innovazioni e rifondazione devono partire dalle esigenze di Nola”. Incontrerà dunque le paranze, i musicisti, per avere un contatto diretto con chi la festa la fa, senza restare nella turris eburnea della mera speculazione sulla festa. I Gigli si conoscono e si cambiamo “sul campo”.  Tra le idee che De Simone anticipa, la creazione di una serie di eventi per l’intero anno, e la collaborazione con le università per la creazione di un museo che raccolta il patrimonio gigliante. Le storture da correggere invece riguardano soprattutto la musica, i decibel: “Bisognerà incidere molto sul versante musicale. Ma anche fare chiarezza sui troppi strumenti elettronici, è una vera tortura di decibel: è necessaria una concreta moderazione”.

Da valorizzare, al contrario, il ruolo delle paranze e il lato religioso legato a San Paolino, tutto nel segno di un riconoscimento Unesco che per il commediografo non è altro che “il giusto riconoscimento a 1500 anni di storia”.

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