mercoledì, Maggio 1, 2024
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Incidente su Asse Mediano: sequestrato il cellulare dell’automobilista

La Golf.Foto Ansa

ROCCARAINOLA/QUADRELLE- Travolti come birilli da un’automobile a 130 chilometri orari. E’ stata terribile la fine di Benigno De Gennaro e Vincenzo Ottaviano, vittime dell’incidente stradale avvenuto venerdì sera alle 23 lungo la Statale 7bis Nola- Villa Literno all’altezza dello svincolo per Pomigliano. Sono stati giorni di grande commozione e dolore, oltre che di preghiera per le sorti del terzo coinvolto, il quarantenne vicebrigadiere della compagnia di Nola Attilio Picopo, pugliese da anni trapiantato a Lauro ricoverato al San Giovanni Bosco di Napoli in Rianimazione. Ma ci deve essere spazio anche per le indagini in questa drammatica vicenda in cui un ruolo determinante ha giocato soprattutto la velocità e (forse) la distrazione del guidatore che ha travolto tre persone ( altri due carabinieri si sono salvati saltando d’istinto un guard rail). L’automobilista è il 26enne Carmine S. di Sant’Antimo che quella sera guidava la sua Golf ed era con un’altra persona. Stava tornando dal lavoro presso l’Interporto di Nola quando, secondo una prima ricostruzione, avrebbe forzato il “blocco” dei militari e, con l’automobile a 130 chilometri orari, si sarebbe schiantato contro un carrattrezzi che era giunto sul posto per un precedente incidente piombando poi sui carabinieri e sulla guardia giurata Benigno De Gennaro. Il vigilante di Quadrelle ha perso la vita sul colpo mentre Vincenzo Ottaviano è morto durante il trasporto in ospedale. Ancora gravissime le condizioni di Attilio Picopo: il militare ha riportato fratture multiple ed è ancora in prognosi riservata.

LE INDAGINI: Il ventiseienne denunciato per omicidio stradale è stato sottoposto ai test per verificare l’assunzione di droga ed alcol, ma sono risultati negativi. Era sobrio e cosciente, eppure ha agito in maniera imprudente. Cosa è accaduto negli attimi in cui a velocità sostenuta ha fatto lo slalom tra auto in coda e carrattrezzi? Una delle ipotesi vagliate dagli inquirenti (indaga la Polstrada) è che si sia distratto forse perché a telefono. Per questo motivo è stato messo sotto sequestro il suo cellulare, dal quale verrà fuori se al momento dell’impatto era impegnato in una telefonata o in una chat. Una distrazione killer che, qualora confermata, renderebbe se possibile ancora più tragico quanto accaduto sull’Asse mediano ma purtroppo non così inconsueto. Da anni si contano le conseguenze dell’uso del cellulare alla guida: una abitudine pericolosa per sé e per gli altri. Oggi tenere il telefono in vista mentre si è al volante è una prassi consueta, eppure tenere questa condotta significa essere potenziali killer o suicidi. Secondo un recente studio chi invia un messaggio alla guida distoglie gli occhi dalla strada per circa 4,6 secondi e questo, a una velocità media di 50 chilometri orari, significa percorrere la lunghezza di un campo da calcio ad occhi bendati. Tanto, tantissimo tempo per causare danni irreversibili.

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