martedì, Marzo 19, 2024
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Edilizia, la denuncia dei sindacati: 15mila posti a rischio in Campania

Quindicimila posti di lavoro a rischio in Campania nel settore edile con l’introduzione delle nuove norme sui bonus edili (Decreto 11/2023), che hanno bloccato le misure di stimolo come il superbonus, introdotto durante la pandemia per risollevare l’edilizia e in questo modo l’intera economia italiana.

I dati sono forniti dai sindacati dei lavoratori edili Fillea-Cgil e Feneal-Uil, le cui segreterie nazionali hanno indetto per il prossimo primo aprile “una giornata nazionale di mobilitazione dei lavoratori edili che interesserà cinque città, o meglio cinque periferie di cinque città (Torino-Roma-Napoli-Palermo-Cagliari), per chiedere la modifica del decreto sui bonus edili, nel senso di garantire urgentemente lo sblocco dei crediti, dare stabilità alle percentuali di incentivo per i prossimi 10 anni, garantendo la cessione del credito e lo sconto in fattura per gli incapienti (con il 100% dei costi anche tramite recuperi sulla bolletta) e per i redditi medio-bassi (Isee inferiore ai 30 mila euro), per i condomini e per chi vive nelle periferie; prevedendo inoltre un intervento pubblico diretto, anche straordinario, per l’Edilizia Pubblica Residenziale, ed ancora una legge quadro per la rigenerazione urbana, l’obbligo di applicare e rispettare i CCNL Edili in tutti gli appalti di lavori, a partire dagli appalti di lavori pubblici, e il ripristino del divieto di subappalto a cascata”.

A Napoli, Feneal UIL e Fillea Cgil Campania terranno la manifestazione, che accoglierà anche i lavoratori edili di Puglia-Basilicata-Calabria, in Piazza Giovanni XXIII (nella IX Municipalità di Pianura-Soccavo). Le nuove norme, scrivono i segretari regionali Vincenzo Maio (Fillea-Cgil) e Andrea Lanzetta (Feneal-Uil), “non colpiscono solo il lavoro edile ma l’intero indotto di altri 31 settori economici, nonché l’idea di innovazione e di trasformazione di un settore a forte trazione economica e sociale. Una scelta sbagliata come sbagliata è la scelta di modificare il codice degli Appalti”.

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