sabato, Dicembre 14, 2024
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Bonus edili, maxi sequestro da 607 milioni nel Napoletano

Nell’arco di un biennio, tra il 2021 e il 2022, hanno salvato oltre un miliardo e mezzo di euro le indagini dei finanzieri di Frattamaggiore e della Procura di Napoli Nord sui crediti accumulati nel Napoletano con i bonus edili, un fiume di denaro che rischiava di essere sottratto all’Erario in quanto utilizzabile per la compensazione delle imposte. Oggi i finanzieri hanno sequestrato quasi 608 milioni di quei crediti, vantati senza diritto. Complessivamente sono 105 i soggetti, tra persone fisiche e società, anche extra campani, coinvolti.

Tutti, come emerso nel 2021, quando vennero sequestrati ben 903 milioni di euro, hanno attestato falsamente di avere eseguito ristrutturazioni, efficientamenti energetici e adeguamenti sismici avvalendosi del Decreto Rilancio. Tra le ditte incaricate dei lavori fantasma anche gelaterie, profumerie, sale giochi e venditori ambulanti, soggetti che nulla hanno a che fare con l’edilizia. Non solo. Tra coloro che hanno incamerato i crediti c’era anche un condannato per ricettazione, un criminale strutturato, che ha ottenuto oltre un milione mentre stava scontando la sua pena ai domiciliari. Tra i rappresentanti delle società coinvolte c’è chi percepiva il reddito di cittadinanza, soggetti più assimilabili alla figura di prestanome che a quella dell’imprenditore. Complessivamente solo tre milioni e mezzo di euro, quindi appena una piccola parte di questi crediti, è stata trasformata in moneta contante negoziando con le banche.

La procura, coordinata da Maria Antonietta Troncone, a conclusione degli accertamenti eseguiti dalla Guardia di Finanza, ha chiesto e ottenuto dal gip di Napoli Nord il sequestro dei crediti per un importo che supera i 607 milioni e 942mila euro, prevenendo che il danno all’Erario si perpetrasse attraverso la compensazione delle imposte. Il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche viene contestato a 98 persone, che hanno visto oggi i finanzieri svuotare i loro cassetti fiscali dai crediti percepiti illecitamente. “L’attività illecita – scrive il procuratore Troncone – è di assoluta gravità, tenuto conto dell’elevatezza delle somme negoziate” che avrebbero potuto “determinare un sensibile nocumento alle risorse pubbliche, depauperate e distolte dalla loro corretta destinazione alla riqualificazione del patrimonio immobiliare nazionale e all’attuazione della transizione ecologica”.

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