sabato, Aprile 27, 2024
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Legambiente: rifiuti e cemento: in Campania 23mila reati in 5 anni

Oltre 23mila reati ambientali commessi in Campania dal 2018 al 2022, il 14,7% del totale degli eco-reati realizzati in tutta Italia. È la “fotografia” della Campania scattata dal Rapporto Ecomafia 2023 di Legambiente con i nuovi dati degli ultimi cinque anni di criminalità ambientale nella regione campana, presentato al Casale del Teverolaccio a Succivo, dove ha sede la coop Terra Felix e il locale circolo di Legambiente; “una location scelta per manifestare piena vicinanza al responsabile Francesco Pascale e agli attivisti dopo l’ultimo atto intimidatorio di qualche settimana fa” dice Mariateresa Imparato, Presidente Legambiente Campania, facendo riferimento al tentativo di incendio della sede, su cui indagano i carabinieri, avvenuto il 23 febbraio scorso.

I NUMERI – Oltre al cospicuo numero di reati, nell’ultimo quinquennio sono state oltre 20mila le persone denunciate in Campania con 183 ordinanze di custodia cautelare emesse dall’autorità giudiziaria e 7800 sequestri. E se Roma si conferma come la provincia in assoluto in Italia con più reati ambientali, in Campania resta prima in questa speciale graduatoria Napoli, seguita da Salerno; in particolare il 32% dei reati contro l’ambiente pari 7.399 sono concentrati nell’area metropolitana napoletana mentre il 18%, pari 4.227, nel Salernitano. Per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti, settore maggiormente interessato dai fenomeni più gravi di criminalità ambientale, sono 8461 i reati commessi negli ultimi cinque anni, con Napoli prima e Caserta seconda; 8.307 le persone denunciate, con 118 arresti e 4.343 sequestri. Il Napoletano, con 2.308 reati nel settore del ciclo dei rifiuti e 2.629 persone denunciate, risulta la provincia più colpita, seguita dal Casertano con 1.156 reati e 956 persone denunciate.

BRUCIANO I RIFIUTI – La Campania continua poi a bruciare di rifiuti: dal primo censimento avviato da Legambiente nel 2013 al 30 aprile 2023, gli incendi ai vari tipi di impianti di gestione di rifiuti sono stati 177, seconda regione d’Italia dopo la Sicilia. L’ex magistrato antimafia Federico Cafiero de Raho, vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia e della Commissione Giustizia della Camera dei deputati, spiega che “se è vero che all’inizio furono i Casalesi a trafficare in rifiuti, poi le varie mafie si sono consorziate e agiscono insieme. Inoltre i clan si sono specializzati nel campo ambientale; basta vedere come riescano a nascondersi attraverso complessi meccanismi societari, con le società che si occupano di rifiuti che restano sempre controllate da soggetti formalmente puliti mentre in realtà dietro ci sono le cosche”.

CAPITALE DEL CEMENTO – La Campania si conferma inoltre capitale del cemento con 7.360 reati accertati dal 2018, 7.694 persone denunciate, 33 persone arrestate e 1554 sequestri effettuati. A sorpresa è la provincia di Avellino la più colpita con 1.922 reati e 1934 persone denunciate, seguita dalla provincia di Napoli con 1.702 reati e Salerno con 1.491. Sul fronte dell’altra piaga dell’abusivismo edilizio, in Campania, dal 2004 al 2022, il numero delle demolizioni eseguite è del 13,1%, pari a 3.107 dei 23.635 immobili abusivi per i quali è stato stabilito l’abbattimento da parte dei 110 Comuni che hanno risposto in maniera completa al monitoraggio promosso da Legambiente (un campione pari al 20% del totale). Secondo l’ultimo rapporto sul Bes (Benessere Equo e Sostenibile) dell’Istat, secondo le stime elaborate in collaborazione con il Cresme, la situazione in Campania rimane “insostenibile”,con 50,4 abitazioni costruite illegalmente ogni 100 realizzate nel rispetto delle regole.

La provincia con il migliore rapporto tra ordinanze emesse ed eseguite dai comuni del suo territorio è quella di Benevento (32%) con 462 ordinanze emesse e 148 demolizioni eseguite, segue Avellino con 1.695 ordinanze di demolizioni emesse e 516 eseguite (30,4%), Salerno con 4.864 ordinanze e 686 eseguite (14,1%), quindi Caserta con 887 ordinanze di demolizioni e 116 eseguite (13,1%) e Napoli, con 15.727 ordinanze e solo 1641 eseguite, pari al 10,4%, al di sotto della madia regionale (13%) e nazionale (15%).

I COMMENTI – “I numeri e le storie raccolte nel rapporto – ha affermato Mariateresa Imparato – dovrebbero sollecitare risposte coerenti ed efficaci da parte di chi haresponsabilità politiche e istituzionali. Le ecomafie continuano ad affondare le loro radicinell’ambiente, spinte da interessi trasversali”. Il presidente nazionale Ciafani ha invece evidenziato i vuoti normativi nella materia ambientale. “Oggi chi organizza un rave illegale commette reato da codice penale, ma ci sono condotte gravi contro l’ambiente che non sono reato. Inoltre le agenzie regionali ambientali, da Roma in giù, hanno carenza di personale e risorse, e ciò rallenta le indagini tecniche. Vanno rafforzate”. Il Procuratore della Repubblica di Napoli Nord Maria Antonietta Troncone, che ha competenza su decine di Comuni delle province di Napoli e Caserta ricadenti nella Terra dei Fuochi, ha ricordato che “i reati ambientali producono effetti illeciti a catena”; “vi sono dei reati gravi come l’abbandono di rifiuti – ha detto – che sono ancora puniti come contravvenzioni e ciò è sbagliato”; “la Procura lavora molto per arginare la criminalità ambientale – ha poi concluso – ma sulle bonifiche può essere solo da pungolo, visto che la competenza è di altre istituzioni”. (fonte Ansa)

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