CICCIANO (Nello Lauro) – Le ordinanze sindacali numero 19 e 20 del 14 agosto che riguardano il cimitero di Cicciano sono “illegittime e oltraggiose”. Lo scrive in una nota l’associazione “Il Campanile” che “smonta” gli atti emanati dall’ente di corso Garibaldi nel giorno che precede il Ferragosto definendole “una coltellata alle spalle in pieno periodo feriale, senza adeguata comunicazione agli interessati e in violazione di norme e regolamenti” e annuncia una eventuale battaglia legale se gli atti non dovessero essere revocati.
LA DENUNCIA – Secondo la combattiva associazione ciccianese “il potere sindacale, per giurisprudenza consolidata, di emettere ordinanze contingibili e urgenti presuppone necessariamente situazioni, non tipizzate dalla legge, di pericolo effettivo, la cui sussistenza deve essere suffragata da una istruttoria adeguata e da una congrua motivazione. Tali provvedimenti possono essere adottati solamente quando si tratti di affrontare situazioni di carattere eccezionale e impreviste, costituenti concreta minaccia e non altrimenti evitabili. E non devono limitare le posizioni giuridiche soggettive dei privati, in quanto impongono ai destinatari gravosi ed incisivi adempienti ad horas”.
ORDINANZA NUMERO 19 – Dopo la premessa entra nell’analisi delle ordinanze: la 19 “in cui si ordina a tutti i concessionari di loculi, ossari e colombari del cimitero comunale di effettuare la verifica di stabilitĂ delle lapidi e degli ornamenti e, nel caso si riscontrassero anomalie o danni, la loro immediata sostituzione”, essendo “rivolta a tutti”  viola il regolamento comunale che agli articoli 82 e 83 indica modalitĂ Â e tempi delle comunicazioni; è priva, inoltre, di idonea istruttoria in cui venga  specificato (per singolo loculo, ossario e colombari) che le anomalie o danni degli ornamenti sono da imputare ad abbandono e/o a mancanza di manutenzione, in modo da escludere “a tutela dei cittadini” che le stesse possano derivare dal cedimento strutturale del loculo e dall’ammaloramento del calcestruzzo che nel caso porrebbe la responsabilitĂ della manutenzione a carico del Comune.
ORDINANZA NUMERO 20 – Per la numero 20, in cui si ordina “ai congiunti delle salme inumate da oltre 10 anni di provvedere con urgenza alla esumazione delle stesse entro 30 giorni pena l’esecuzione dei lavori da parte del Comune, con spese a carico dei familiari”, la motivazione a supporto di questa ordinanza è la limitata disponibilitĂ di nuovi spazi.  Una motivazione – si legge ancora – che non può in alcun modo derogare il rispetto di regolamenti e diritti in quanto è responsabilitĂ di una colpevole inerzia della stessa amministrazione che poteva prevenire per tempo il determinarsi di questa situazione. L’esecuzione dell’ordinanza viola il diritto dei congiunti a cui in caso di “contestazione” potrebbe essere riconosciuto il risarcimento dei danni causati in conseguenza di comportamenti illegittimi che hanno privato gli stessi della possibilitĂ di onorare le spoglie mortali dei propri cari, con la sicura consapevolezza dell’ubicazione delle stesse, e quindi, per la violazione del sentimento di pietĂ verso i defunti”.
PRONTA LA BATTAGLIA LEGALE – Per questi motivi, secondo il Campanile, “le ordinanze vanno annullate”. In caso contrario, l’associazione ha giĂ consultato i suoi legali, che si attiveranno a tutela dei cittadini per “un’azione congiunta di risarcimento danni che potranno manifestare la propria adesione tramite la compilazione di un “form” accessibile sulla sua pagina social, nel caso in cui l’amministrazione dovesse applicare le misure coercitive paventate”. Una battaglia che si preannuncia rovente.