
La Corte di Cassazione ha con questa motivazione rinviato a nuovo processo un maresciallo della Guardia di Finanza che sul suo profilo aveva scritto: “Attualmente defenestrato a causa dell’arrivo di collega sommamente raccomandato e leccaculo”, per poi aggiungere commenti volgari sulla moglie del collega. In primo grado condannato e assolto in secondo grado l’uomo, denunciato da chi si era riconosciuto nella frase, eora dovrà affrontare nuovamente il processo.
La prima sezione penale della Cassazione (sentenza 16712) ha riconosciuto come la frase fosse “ampiamente accessibile, essendo indicata sul profilo e l’identificazione della persona offesa favorita dall’avverbio “attualmente” riferita alla funzione di comando rivestita. Tra l’altro “il reato di diffamazione non richiede il dolo specifico” ma la “consapevolezza di pronunciare una frase lesiva dell’altrui reputazione e la volontà che la frase venga a conoscenza anche soltanto di due persone”.