sabato, Aprile 20, 2024
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Bomba sotto casa, parla l’ex ispettore: “Voglio essere tutelato”

PAGO DEL VALLO DI LAURO (Bianca Bianco-Il Mattino)- “Chiedo scusa ai miei figli per avere fatto il mio dovere. Ora voglio essere tutelato”. Roberto Baccichet, commissario di ruolo speciale della polizia oggi in pensione, l’altra notte è divenuto il bersaglio di qualcuno che gli ha fatto esplodere un ordigno sotto casa. Nonostante il comprensibile stress per quanto accaduto e la voglia di difendere la sua famiglia dalle inevitabili attenzioni dei media, l’ex poliziotto del Nord che da 12 anni ha scelto di vivere a Pago del Vallo di Lauro accetta di parlare e di commentare quanto gli è accaduto.  Dal 2015  ha tolto la divisa che ha indossato per quaranta anni e che lo ha portato sino ai vertici della prima sezione criminalità organizzata della questura di Napoli, quella che dal 2000 ha sostituito la Criminalpol. Dopo tante indagini, condotte con riserbo e concretezza (“come un notaio”) , oggi si ritrova suo malgrado sui giornali, vittima di una intimidazione: “Un gesto vile e sicuramente legato alla mia professione- afferma Baccichet-. E’ palese che ciò che mi è accaduto riguarda il lavoro che ho svolto sino a due anni fa e che mi ha portato ad indagare sulla criminalità comune e su quella organizzata. Un lavoro che ho amato e che ho svolto con onestà e serenità da servitore dello stato”. Baccichet, che si definisce con orgoglio “uno degli uomini dell’ex capo della squadra mobile di Napoli Vittorio Pisani”, non è stato uno ‘sceriffo’, un poliziotto da copertina, ma ha trascorso la sua carriera sempre in prima linea ed in trincea: la sezione nella quale ha prestato servizio per quindici anni era l’interfaccia della Dda, cui spettava la parte operativa del lavoro di magistrati come Simonetta Di Monte e Francesco Soviero,e spesso si è occupato di camorra del Vallo di Lauro: “Da una dozzina d’anni vivo a Pago con la mia famiglia, una scelta dettata da motivi strettamente personali. Ma in questo territorio ci sono stato anche da poliziotto, quando ci siamo occupati dei clan della zona”. Inevitabile collegare quanto avvenuto la scorsa notte, quando un ordigno artigianale è esploso sotto la villetta in cui si trovava insieme alla moglie, con le indagini che ha svolto prima di andare in pensione: “Dietro quanto accaduto c’è la criminalità-spiega- che mi ha colpito per ragioni che però ignoro. In quaranta anni di servizio, dei quali 37 in prima linea occupando ruoli anche nell’antiterrorismo, non ho mai avuto incidenti di percorso. Non ho mai subito minacce, ho cercato di preservare la serenità persino di chi stavo perseguendo, perché questo è il modo di intendere la giustizia. Altro che minacce. Non ne ho mai ricevuta una, anzi io ho ricevuto persino gli apprezzamenti di chi arrestavo”. Un mistero chi abbia agito con l’evidente intento di intimidire un poliziotto in pensione che qui a Pago vive una vita tranquilla e lontana dai riflettori: “Quando un cittadino subisce un atto del genere-spiega- la sua vita viene scandagliata. Nel mio caso, l’unico movente non può che essere il mio lavoro”.  A stanare i responsabili dell’intimidazione saranno i suoi ex colleghi, sul caso indaga la Questura di Avellino che avrebbe già attivato tutto l’iter per tutelare Roberto Baccichet ed i suoi familiari, moglie e figli cui spesso, commentando l’accaduto, fa riferimento: “ Non ho mai cercato la ribalta. A ferirmi, oltre a quanto accaduto, è stato anche vedere la vita dei miei familiari sui giornali, vedere aspetti privati così esposti. Per questo chiedo scusa ai miei figli,  perché nella mia vita ho fatto il mio dovere. Ora è giusto che io e la mia famiglia veniamo tutelati perché siamo persone oneste”.

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