martedì, Marzo 19, 2024
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Polveri sottili nel Nolano, la peggiore aria d’Italia: i medici all’attacco

SAN VITALIANO-NOLA (Nello Lauro – Il Mattino) – La peggiore aria d’Italia. La morsa delle polveri sottili nel Nolano è sempre più asfissiante. Quasi trecentomila cittadini circondati e inghiottiti dai “killer silenziosi”. Un gennaio “irrespirabile” secondo i dati dell’Arpac, a San Vitaliano (e a Volla) ci sono stati solo due giorni di “aria buona” finora sui 15 valutati: il 6 gennaio (giornata ventosa) e il 12 gennaio quando la centralina ha sfiorato comunque il limite consentito giornaliero di 50 microgrammi per metro cubo. La cosa che più preoccupa è la media che è di quasi 144 microgrammi al giorno (il triplo del valore massimo previsto per legge) mentre la media degli scorsi anni (sempre e comunque “fuorilegge”) è stata di 56 nel 2015, 46 nel 2016, 48. nel 2017, 51 nel 2018, 47 nel 2019. Dati da record europeo. Da anni l’area nolana (compresi Pomigliano, Acerra e Volla) convive con notevole grado d’inquinamento atmosferico prodotto principalmente dalla presenza eccessiva di polveri sottili nell’aria.  Per definire l’aria di un territorio sufficientemente pulita, la legislazione vigente ammette, al massimo, 35 giorni di sforamento del limite consentito in un anno intero per le pm10 .  Nel Nolano si superano ampiamente i 100 giorni all’anno: 127 sforamenti nel 2015, 78 nel 2016, 115 nel 2016, 104 nel 2017, 112 nel 2018 e 115 nell’anno appena concluso. L’altro parametro da valutare, per definire la qualità dell’aria di un territorio, è la media giornaliera annua delle polveri sottili che, secondo la legislazione vigente, non dovrebbe superare, per le pm 10, i 40 microgrammi e, per le pm 2,5, i 25 microgrammi. Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità questi valori dovrebbero essere notevolmente più bassi se si vuole evitare di provocare danni alla salute umana, 20 microgrammi al giorni per le pm 10 e 10 per le ancora più pericolose pm 2,5. La media giornaliera delle polveri “più piccole”, nei primi 14 giorni del 2020 è di 88,87.

IL CONFRONTO – Un allarme che si è discusso mercoledì davanti alla Commissione Ambiente al comune di Nola presieduta da Francesco Pizzella con l’audizione dei medici dell’Isde medici per l’ambiente. Gli ambientalisti hanno sottolineato la poca compattezza tra i sindaci dell’area: “ Per risolvere questo problema enorme è richiesta comunanza d’intenti tra amministratori e sindaci che non sempre hanno sensibilità e cultura ambientalista adeguata” dicono i rappresentanti dell’Isde Gennaro Esposito e  Gennaro Allocca. “I dati di gennaio sono inquietanti e si può fare un’idea di quale aria “sporca” respiriamo in questo territorio, di  quale gravità è l’inquinamento e di quale rischio corra la nostra salute. E’ ormai ampiamente documentato che, a breve termine, per ogni incremento di 10 microgrammi di pm 10 si hanno eccessi di mortalità e di ricoveri per cause respiratorie e cardiovascolari”. “Recenti ricerche – aggiungono i medici – hanno messo in relazione l’inquinamento da pm 2,5 con l’incremento di casi di autismo infantile, demenze senili, morbo di Parkinson, disturbi psichiatrici”.

LE SOLUZIONI – “Riteniamo inderogabile intervenire ed omissivo, perseguibile giudiziariamente, continuare a non assumere alcun provvedimento atto a mitigare tale grave condizione: pur essendo in vigore dal 2007 il piano regionale per il miglioramento della qualità dell’aria (aggiornato nel 2014) non viene messo in atto dalla Regione Campania. Numerose sono le misure che gli amministratori possono predisporre per limitare il livello delle polveri sottili predisponendo protocolli operativi con gli altri enti. Protocolli attivati  in altre località, sopratutto al Nord ma non nel Nolano” concludono Esposito e Allocca. Nella riunione di ieri decisi i primi passi per varare previsione misure di riduzione e regolamentazione traffico veicolare e uso abbattitori dei fumi e di approvare una delibera con la quale s’invita la Regione ad far funzionare presto il piano regionale di qualità dell’aria e permettere ai sindaci di avere finanziamenti per attuare i provvedimenti anti-inquinamento. E’ ancora poco, ma meglio di niente.

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