mercoledì, Dicembre 4, 2024
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Camorra, processione Madonna dell’Arco fa tappa dal boss: 2 arresti

I carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione ad un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura Distrettuale Antimafia di Napoli a carico di Salvatore e Andrea Andretta, padre e figlio, rispettivamente di 60 e 37 anni, entrambi residenti ad Acerra, raggiunti, a vario titolo, da gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati di tentato omicidio, estorsione continuata e detenzione illegale di armi, tutti aggravati dalle finalitĂ  e modalitĂ  mafiose.

Nello specifico, l’attività investigativa condotta dai carabinieri attraverso un diffuso impiego di intercettazioni telefoniche ed ambientali nonché di metodi tradizionali quali telecamere attive h24 e servizi di osservazione e riscontro, ha permesso di documentare la piena operatività del sodalizio criminale operante ad Acerra del quale Salvatore Andretta è esponente di vertice.

In particolare, gli Andretta sono considerati i mandanti o comunque gli istigatori (l’esecutore materiale, Giuseppe Picardi, era stato arrestato a febbraio dello scorso anno) del tentato omicidio di Emanuele D’Agostino, avvenuto ad Acerra il 21 novembre 2021, a causa di un contrasto dovuto al controllo del territorio legato allo spaccio di sostanze stupefacenti.

Nella circostanza, gli Andretta, insieme ai fratelli Avventurato, Bruno e Giancarlo, avevano dato luogo ad una “stesa” effettuata per le vie di Acerra, a bordo di un motociclo, armati di pistola e fucile mitragliatore, nelle ore immediatamente precedenti al predetto evento delittuoso.

Salvatore Andretta è, inoltre, ritenuto responsabile, quale mandante, di tre diverse richieste estorsive ai danni di imprese edili operanti nel comune di Acerra ai cui titolari era stata formulata una richiesta di denaro.

L’egemonia ed il riconoscimento criminale della famiglia Andretta era tale che la casa di residenza costituiva “omaggio” obbligatorio da parte della processione della “Madonna dell’Arco”, così come documentato nel corso delle indagini.

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